I giovani e i social network: la voglia infinita di uniformarsi

GiovaniGli scienziati americani dell’Università della California a Los Angeles hanno effettuato un interessante esperimento sui “nativi digitali”, cioè ragazzi tra i 13 e i 18 anni, che sono stati sottoposti a risonanza magnetica per verificare in tempo reale le loro reazioni durante l’utilizzo di social network.

Nell’osservare che alcune loro foto ricevevano molti “like” da altri navigatori si è notato che si attivava una parte del corpo striato nel cervello, chiamata nucleo accumbens, che rientra nel circuito cerebrale della ricompensa. Questa è un’area particolarmente sensibile durante l’adolescenza e reagisce allo stesso modo di quando la persona mangia del cioccolato o vince al gioco del denaro. Insomma, il senso di soddisfazione e piccola euforia che coglie il navigatore nel constatare che quello che è stato “postato” viene apprezzato dagli altri si registra anche nel nostro cervello.

Il cervello sociale dell’uomo

Altra scoperta interessante riguarda il fatto che di fronte alle foto di altre persone si attivano, contemporaneamente all’attenzione visiva, anche le regioni del cosiddetto cervello sociale. In altri termini, si è confermato che il numero di “Likelike” espressi dagli altri navigatori influenza decisamente la scelta di cliccare un “like”. Cioè, se i contenuti sono stati approvati da molti, i giovani vengono condizionati ad approvarli a loro volta. E questo anche se i contenuti non sono proprio corretti o, peggio ancora, a rischio. La spinta ad adeguarsi agli altri è sempre esistita negli esseri umani, ma i ‘mi piace’ espressi online sono diversi, puntualizzano gli esperti, in quanto decisamente più insidiosi perché sui social media è presente qualsiasi tipo di messaggio.

Che succede nel cervello in questi casi? Quando i giovani analizzano delle immagini a rischio contemporaneamente si abbassa il livello nelle aree deputate al controllo cognitivo e all’inibizione della risposta, cioè la corteccia prefrontale e parietale laterale, compresa quella che tecnicamente si chiama corteccia cingolata anteriore dorsale. Cosa vuol dire in soldoni? Si allentano i freni inibitori, cadono eventuali filtri educativi o morali, ed emerge il desiderio di allinearsi alla volontà della maggioranza, di uniformarsi, per non essere lasciati indietro.

La dittatura della maggioranza

I genitori devono preoccuparsi dell’impatto che i social media hanno sui loro figli?  Certamente, perché i giovani possono essere influenzati negativamente. Ne è convinto anche l’antropologo La Cecla che sui social media ha una posizione decisamente critica. Sostiene lo studioso: “Oggi se si vuole avere il polso del livello bassissimo di cultura generale, della soglia di credulità e disinformazione, del contagio di stupidità planetaria, basta entrare in Facebook”.

Abbiamo chiesto anche  a Luigi Anepeta, che come abbiamo visto si schiera dalla parte degli introversi, se questi ultimi potrebbero beneficiare dei social network per superare le loro inibizioni. Questa la sua risposta:

“Indubbiamente i social network aiutano gli introversi a sormontare la difficoltà dell’esposizione sociale e a comunicare. Penso pertanto che molti li utilizzino con il vantaggio, forse, di non sentirsi unici e soli al mondo. Il problema è che i social network sono utilizzati in maniera massiccia anche dagli estroversi, e quindi, tranne che per alcuni siti “dedicati” (www.legaintroversi.it, www.fobiasociale.com, ecc.), il rapporto tra maggioranza e minoranza si ripropone, e si ripropone nei termini della dittatura della maggioranza. Facebook, di fatto, è un esempio clamoroso a livello planetario di questa dittatura che privilegia l’esibizionismo, il narcisismo, il parlare spesso a vanvera, ecc.”

3 risposte a "I giovani e i social network: la voglia infinita di uniformarsi"

  1. Elena Ferro giugno 8, 2016 / 3:22 PM

    Devo dire che l’effetto mi piace che descrivi in questo articolo a proposito degli adolescenti riguarda molti. Io provo una certa soddisfazione quando qualcuno condivide il mio articolo o mette mi piace. Una sorta di riconoscimento sociale…..

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    • Ugo Perugini giugno 8, 2016 / 4:27 PM

      E’ vero quello che dici, anche se talvolta qualcuno mette i like senza nemmeno leggere, sulla fiducia, come si dice…

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      • Elena Ferro giugno 8, 2016 / 5:15 PM

        Figurati, voi che non me ne siano accorta? Là foto è bella? Il titolo accattivante? Bom è sufficiente per un like 😉

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