E’ possibile valorizzare le proprie emozioni facendole diventare positive e costruttive?
Month: novembre 2016
Intervista al prof. Cocco. 3. Il sorriso, una valvola di sfogo. E una ricarica emotiva

Si può ricorrere all’umorismo e all’ironia per sdrammatizzare i problemi che in azienda occorre affrontare? Quali sono i limiti da non superare?
Intervista al prof. Cocco. 2. Lavoro e vita privata. Si lavora anche… dormendo
Si può conciliare l’impegno di lavoro e la vita privata, ricorrendo a ritmi più “umani” senza che la produttività ne abbia nocumento?
Intervista al prof. Cocco. 1. Tenere conto delle emozioni. Cos’è il “pilota automatico mentale”?

Abbiamo intervistato il prof. Gian Carlo Cocco – docente di “Sociologia dei processi organizzativi e del lavoro. Intelligenze Manageriali” presso la facoltà di Economia all’università telematica e-Campus – su alcuni argomenti che ci stanno a cuore: il benessere dei collaboratori in azienda, il rapporto tra lavoro e vita privata, il ricorso all’umorismo per affrontare i problemi aziendali, la valorizzazione delle emozioni nell’ambito del lavoro. Le risposte sono approfondite e articolate. Verranno pubblicate in giorni diversi per lasciare ai Lettori il tempo di metabolizzarle. Grazie ancora al prof. Cocco per le sue risposte, davvero interessanti e stimolanti.
Come potrà cambiare il ruolo del management nelle imprese digitali?
Abbiamo posto una domanda su questo delicato tema a un giovane, brillante consulente di start-up ed esperto negli ambiti del design, psicologia e tecnologia, Davide ‘Folletto’ Casali.
Meritocrazia. E se cominciassimo proprio dall’alto?
Molti parlano del fatto che sia fondamentale introdurre nelle aziende criteri legati al merito per selezionare o valutare l’attività dei collaboratori. Giusto! Qualcuno l’ha già fatto. Altri ci provano con alterni risultati. Però, anche per sgombrare il campo da dubbi o perplessità su come procedere, la strada giusta è cominciare a capire se le aziende sono meritocratiche proprio dal vertice.
Ha senso parlare di azienda democratica?

Come abbiamo visto nel precedente articolo-intervista con il prof. Marco Musella, l’azienda democratica sembra un’idea davvero difficile da realizzare, forse perché la stessa definizione di democrazia è vaga e ambigua. Uno dei punti chiave è questo: anche ammesso che agli stakeholder sia possibile accedere e partecipare con eguali diritti alle decisioni aziendali, i contrasti continueranno ad essere insanabili se il riferimento principale resta semplicemente il profitto.
Spostare lo sguardo dal profitto allo sviluppo umano. Nelle imprese è possibile?
Abbiamo posto tre domande al professor Marco Musella, Ordinario di Economia Politica e Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Federico II Napoli, sul tema dello sviluppo umano in azienda. Il prof. Musella è autore del libro “Verso una teoria economica dello sviluppo umano” (edizioni Maggioli).
La leadership di servizio e il medico di domani
Anche la professione di medico si evolve e chi la esercita deve tenersi al passo con i cambiamenti, anzi se possibile guidarli, mantenendo aggiornate le proprie competenze, sapendo ascoltare e comunicare con i pazienti, migliorando il proprio contributo e, quindi, anche la qualità organizzativa e umana della sanità del Paese nella sua globalità.
Per fare buoni leader ci vogliono buoni collaboratori?
Robert Kelley, studioso di management, diversi anni fa, nel suo best seller “Il potere dei collaboratori” (Franco Angeli, 1994), riconosceva che al successo di un’impresa il contributo del leader incide per il 15% mentre il 75% dipende dai collaboratori. In altri termini, rivalutava il ruolo dei collaboratori: “persone che hanno il coraggio di essere onesti con se stessi, sacrificano le ricompense sociali, come status, denaro, fama per trovare il proprio significato nella vita. Altro che pecoroni o yes-men: essi sono vigorosi individui che hanno abbastanza forza di volontà per seguire la propria strada”.