Molti parlano del fatto che sia fondamentale introdurre nelle aziende criteri legati al merito per selezionare o valutare l’attività dei collaboratori. Giusto! Qualcuno l’ha già fatto. Altri ci provano con alterni risultati. Però, anche per sgombrare il campo da dubbi o perplessità su come procedere, la strada giusta è cominciare a capire se le aziende sono meritocratiche proprio dal vertice.
Se vogliamo organizzazioni realmente meritocratiche dobbiamo vedere se i principi organizzativi e valoriali sono realmente applicati a cominciare dai livelli superiori, ad esempio nei consigli di amministrazione.
Ecco, allora, che ci viene incontro una indagine, realizzata dal Forum della Meritocrazia, in collaborazione con Deloitte, Doxa Duepuntozero e Nedcommunity su un campione rappresentativo di 72 amministratori di azienda per verificare la diffusione del merito cercando di misurarne la percezione tra i collaboratori.
I risultati? Deludenti. 4 imprese su 10 hanno stabilito un processo formale di selezione dei consiglieri. Solo il 38% dei consigli applicano sistemi legati al merito. Un consiglio su due non effettua una propria autovalutazione e chi la fa applica sistemi “qualitativi” generici, opinabili e non misurabili nel tempo.
Perché succede questo?
Ecco le spiegazioni:
1. I membri dei CdA oppongono resistenza a farsi valutare.
2. Non si trovano indicatori per valutare i risultati del consiglio e dei singoli membri
3. Si preferiscono valutazioni di gruppo mentre non sono gradite quelle tra pari
4. Gli obblighi normativi (per le banche) e i codici di autodisciplina (per le società quotate) rendono le attività di autovalutazione essenzialmente formali.
Qualcosa però si sta muovendo. Esistono società di consulenza o di executive search che cercano di introdurre anche in Italia delle prassi in uso in altri Paesi: processi di inserimento e formazione dei nuovi consiglieri, modalità di composizione dei consigli e valutazione tramite indicatori oggettivi e misurabili. Se iniziamo dall’alto, sarà poi più facile applicare questi principi meritocratici a cascata su tutti i collaboratori. L’esempio conta.