Riconoscere i propri errori deve spingerci a superarli

Il drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco Bertolt Brecht

EPIGRAFE: A CHI ESITA
di Bertold Brecht

Dici per noi va male. Il buio cresce. Le forze scemano. Dopo che si è lavorato tanti anni, noi siamo ora in una condizione più difficile di quando si era cominciato.
E il nemico ci sta innanzi più potente che mai: sembra gli siano cresciute le forze, ha preso un’apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori, non si può negarlo.
Siamo sempre di meno. Le nostre parole d’ordine sono confuse. Una parte delle nostre parole le ha stravolte il nemico fino a renderle irriconoscibili.
Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto? Qualcosa o tutto? Su chi contiamo ancora?
Siamo dei sopravvissuti, respinti via dalla corrente? Resteremo indietro, senza comprendere più nessuno e da nessuno compresi, o contare sulla buona sorte?
Questo tu chiedi. Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua.

Traduzione di Ruth Leiser e Franco Fortini. (“A chi esita”) in Bertolt Brecht, Poesie e canzoni, Einaudi, Torino 1959, pp. 130-131.

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