Come di consueto nel periodo estivo, CapoVerso si prende una breve pausa. Auguriamo a tutti i nostri Lettori delle vacanze intelligenti e rigeneranti.
A settembre riprenderemo le pubblicazioni.
Continuate a seguirci!
Come di consueto nel periodo estivo, CapoVerso si prende una breve pausa. Auguriamo a tutti i nostri Lettori delle vacanze intelligenti e rigeneranti.
A settembre riprenderemo le pubblicazioni.
Continuate a seguirci!
In azienda ci sono momenti in cui il leader sente il bisogno di aprire una finestra di dialogo con un collaboratore o un gruppo (possibilmente ristretto e omogeneo) di collaboratori, senza dover per forza indire una riunione o programmare un brainstorming, e quindi essere costretto a porre obiettivi precisi di tipo lavorativo; ma, col solo scopo di dialogare, confrontare idee, su un terreno neutro.
Molti studiosi hanno smentito l’idea che per diventare leader di successo occorra essere per forza estroversi. Si veda, ad esempio, la nuova edizione del libro di Jennifer B. Kahnweiler, “The Introverted Leader”. L’autrice, a un certo punto, afferma: “Con i grandi problemi che le organizzazioni devono affrontare ogni giorno, sarebbe un errore non riconoscere né utilizzare le risorse di metà della popolazione, che manifesta caratteristiche di introversione, valorizzando adeguatamente le enormi potenzialità di cui queste persone possono disporre”.
La paura nasce quando temiamo qualcosa che potrebbe verificarsi e creare tristezza, dolore, sofferenza. Ma, naturalmente, non siamo certi che ciò si verificherà realmente. Lo stesso sentimento, ma opposto, è quello della speranza. Quando, cioè, l’uomo si augura che accada qualcosa che potrebbe procurargli gioia, felicità, anche se non ha nessuna certezza che ciò si possa avverare. Spinoza considera la speranza una gioia incostante.