
Ci piacciono le storie e ci piace sentirle raccontare. Il business e il marketing se ne sono accorti da tempo e vi fanno ricorso anche perché una storia ben raccontata ha un potenziale di ascolto elevato e un impatto duraturo sulla nostra memoria.
Ci piacciono le storie e ci piace sentirle raccontare. Il business e il marketing se ne sono accorti da tempo e vi fanno ricorso anche perché una storia ben raccontata ha un potenziale di ascolto elevato e un impatto duraturo sulla nostra memoria.
Secondo recenti ricerche svolte presso il dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’università di Pisa “E. Piaggio”, quando proviamo delle emozioni emettiamo sostanze che possono essere percepite attraverso l’apparato olfattivo.
Il 57% degli iscritti sono uomini
Il 43% sono donne
2 nuove persone si registrano su Linkedin ogni secondo
Il 41% degli iscritti è milionario (!)
Il 59% degli iscritti non ha mai lavorato in aziende con più di 200 dipendenti
4 iscritti su 5 hanno posizioni dirigenziali
Il 39% è costituito da dirigenti di alto livello
Il 28% gestisce il budget dell’azienda
Chi viene assunto tramite Linkedin ha il 40% di probabilità in meno di lasciare l’azienda entro i primi sei mesi
(Fonte: Pwc)
Abbiamo visto nel precedente articolo che il rischio viene percepito da ogni persona in modo diverso, e spesso, ingannevole. Ora, alcune ricerche neuroscientifiche sembrano confermare che il nostro rapporto con il rischio è dovuto a 124 geni associati che si trovano nel nostro Dna.
Talvolta può prenderci un certo scoramento. Dobbiamo riconoscere che noi uomini (e donne) non siamo efficienti come vorremmo. Che le decisioni che prendiamo non sempre sono razionali. A volte, addirittura, compiamo scelte assurde, che pesano in termini economici, di salute e incidono sulla durata della nostra vita. Chi poi oltretutto ha anche maggiori responsabilità – in quanto guida aziende, o governi – con le sue decisioni può causare danni anche maggiori non solo a sé ma agli altri.
Riportiamo qui di seguito, estrapolandole da un bell’articolo apparso sul sito Filosofia e nuovi sentieri, alcune affermazioni di Riccardo Mazzeo, filosofo e grande amico di Bauman, che ci auguriamo servano da stimolo, da reagente. Oltre a un puntuale intervento della filosofa ungherese Agnes Heller.
Ci fa piacere pubblicare le risposte che il prof. Gilberto Corbellini – Professore di storia della medicina alla Sapienza di Roma e collaboratore dell’inserto domenicale de “Il Sole 24 Ore” – ha rilasciato a seguito delle nostre sollecitazioni, scaturite dalla lettura di un suo interessante articolo pubblicato recentemente ne “Il Sole 24 Ore” e intitolato “Come si spiega l’incredibile successo dei «Terrapiattisti»”, al quale vi rimandiamo.
Riportiamo un articolo apparso su “DM&C”, la rivista diretta da Ugo Canonici, che si sofferma ancora sul tema delicato della motivazione dei collaboratori in azienda.
Potete leggere l’articolo direttamente online cliccando qui.
Il consumismo vince su tutti i fronti. Dove lo vediamo davvero emergere in tutta la sua sfolgorante (e diabolica) forza è durante le festività, specialmente quelle di fine anno che per fortuna sono finite.
Bisogna stare attenti agli stereotipi! Che cosa sono anzitutto gli stereotipi? Sono idee che a un certo punto l’opinione pubblica dà per scontate senza nemmeno discuterle più. E sono molto pericolose, fuorvianti e dannose perché intralciano il nostro pensiero critico.