Gilberto Corbellini: come si arriva a una democrazia illiberale

Ci fa piacere pubblicare le risposte che il prof. Gilberto Corbellini – Professore di storia della medicina alla Sapienza di Roma e collaboratore dell’inserto domenicale de “Il Sole 24 Ore” – ha rilasciato a seguito delle nostre sollecitazioni, scaturite dalla lettura di un suo interessante articolo pubblicato recentemente ne “Il Sole 24 Ore” e intitolato “Come si spiega l’incredibile successo dei «Terrapiattisti»”, al quale vi rimandiamo.

Ne approfittiamo anche per segnalare la prossima uscita (21 febbraio) di un suo libro, che ha per titolo “Nel paese della pseudoscienza”, Feltrinelli, 16,00 euro, che a suo tempo recensiremo.

Elenchiamo alcune cause che secondo il nostro parere possono facilitare il proliferare di idee complottiste o pseudoscientifiche.

1. L’ipertrofia dell’ego, l’aspirazione all’autorealizzazione di sé, la trasformazione degli individui in imprenditori di se stessi, che operano nella società – come dice Foucault – secondo la razionalità strategica della valorizzazione neocapitalista ed il principio che la società non esiste, esiste solo l’individuo.

La risposta di G. Corbellini: Il problema sono la povertà cognitiva ed etica dell’ego o del self che si vuole affermare o che cercherebbe di autorealizzarsi, e quindi una malintesa idea della razionalità capitalista, che portano alle conseguenze a cui assistiamo. La società non esiste davvero, perché è un’astrazione e solo gli individui sono reali. Il che non significa che le astrazioni siano niente. Grazie alle astrazioni, per esempio, controlliamo l’ambiente in cui viviamo, cioè spieghiamo la materia e le forze che governano il mondo, piegandole per sviluppare tecnologie che ci migliorano la vita con l’elettricità, i mezzi di trasporto, i farmaci, etc. Il capitalismo, insieme alla scienza e alla democrazia liberale, hanno triplicato la nostra aspettativa di vita, moltiplicato la ricchezza, procurato libertà, ridotto il crimine, etc. E su questo non ci piove. Allora, cosa sta andando storto? Von Hayek direbbe che paghiamo la presunzione di credere che dobbiamo i risultati ottenuti a una pianificazione razionale e che abbiamo tutto sotto controllo. Una credenza che abbiamo seminato dappertutto e che oggi è coltivata anche, se non soprattutto e in modi ingiustificati, dai mentecatti. Così, a seminar vento, ecco che raccogliamo tempesta.

Troppi analfabeti funzionali

2. La disintermediazione, che grazie al web, illude le persone di avere trovato un nuovo spazio di libertà, che comporta anche una sensazione di impunità e irresponsabilità nella propagazione dei messaggi (il mezzo è il messaggio come diceva Mc Luhan).

La risposta di G. Corbellini: Vero. Ma la causa non è la disintermediazione in quanto tale, ma l’inadeguatezza mentale delle persone che credono di essere libere o di aver trovato uno spazio virtuale di libertà. A seconda degli studi che si consultano, in Italia gli analfabeti funzionali oscillano tra il 50 e il 65%. Essere analfabeta funzionale significa non riuscire a capire, per esempio, se in un testo sono presenti tesi che si contraddicono tra loro. Nel mondo occidentale siamo agli ultimi posti per competenze cognitive che servono a capire come funziona una società complessa. L’OCSE si domanda come i politici italiani possano ostinarsi a ignorare che senza affrontare questo problema non ci sarà mai una ripresa economica, in un quadro mondiale di sviluppo fondato sulle conoscenze. Quindi le persone che smanettano dietro un monitor di computer o uno smartphone si sentono impuniti e irresponsabili non perché i terminali favoriscono o consentono ciò, ma perché lo sono già.

Cercare una tribù per trovarsi tra persone che ci diano sempre ragione

3. La regressione culturale e la smobilitazione collettiva, che favorisce la creazione di gruppi tribali nei quali condividere le idee più assurde, sdoganate da qualsiasi logica e sostegno scientifico, non avendo essi appunto alcun obbligo morale, logico né tantomeno scientifico, rispetto a quello che sostengono.

La risposta di G. Corbellini: E’ lo stesso problema: le persone, troppe persone, sono state lasciate prive di strumenti cognitivi ed etici per capire i fenomeni che le circondano e rendersi conto dei ragionamenti contraddittori o privi di plausibilità usati dai politici. Se le persone hanno una bassa autonomia o una scarsa capacità di autodeterminarsi, anche perché non sono in grado di distinguere un’informazione vera da una falsa, la risposta non può che essere la ricerca di una tribù alla quale affiliarsi e che dia un’illusione di autonomia in quanto si interagisce tra persone che si danno reciprocamente sempre ragione. E’ una reazione molto naturale rintanarsi in una tribù, perché per centinaia di migliaia di anni i nostri antenati, che ci hanno trasmesso i geni, vivevamo normalmente in piccole tribù.

Schierarsi contro, a prescindere, assume un valore identitario

4. La crisi della democrazia (l’avvento della democrazia diretta o “fai da te”) per cui si è spinti a criticare la maggioranza sempre e comunque e non secondo categorie di validazione scientifica, ma per il semplice gusto di opporsi, di distinguersi, di non essere omologati (bias anticonformista)

La risposta di G. Corbellini: Le persone che in questo paese sanno come funziona una democrazia liberale sono ormai una ristrettissima minoranza, del tutto ininfluente elettoralmente o nei mezzi di comunicazione. I politici sono i primi a sfruttare questa ignoranza intercettando o assecondando le intuizioni illiberali delle persone, ma soprattutto devastando i pilastri morali della democrazia. La scarsa etica pubblica dei politici produce abusi che a livello dell’elettorato diffonde l’idea che quello che i valori incarnati dalle istituzioni o quello che pensa la maggioranza è frutto di strategie di mascheramento della  realtà. Gli argomenti logici o empirici per essere contro a tutto però  sono difficili da trovare e si scivola facilmente nelle paranoie complottiste.  Peraltro noi siamo naturalmente una specie predisposta al complottismo. I “poteri forti” è un argomento molto usato per delegittimate le critiche quando non si hanno argomenti validi per controbattere, anche se nessuno saprebbe dare una definizione logicamente sensata di cosa sarebbero i “poteri forti”.

Se pensiamo che i fatti siano qualcosa di politico, per una democrazia liberale è la fine

5. L’uso di un linguaggio, mutuato dai vari populismi, che è diventato assertivo, manicheo, che vuole creare in modo deliberato contrapposizioni, con il solo gusto di demolire principi, leggi, al di là di qualsiasi buon senso o logica.

La risposta di G. Corbellini: Le contrapposizioni o polarizzazioni sono inevitabili in politica, perché le competizioni politiche si fanno a partire da diverse visioni del mondo. La tragedia è che queste contrapposizioni o polarizzazioni non riguardano più soprattutto temi economici (es. liberismo e mercato vs welfare e regolamentazioni), sociali; es. scuole pubbliche vs private; sanità pubblica vs privata), politici (es. libertà vs eguaglianza), etc. ma anche i fatti (quanto costa una riforma delle pensioni, se i vaccini sono dannosi, etc). Non è un novità in Italia, diciamolo: sono state fatte molte leggi contro i fatti, come la legge 40 sulla fecondazione assistita o quelle che vietano gli Ogm. Se si diffonde troppo l’idea che i fatti sono qualcosa di politico, per una democrazia liberale è la fine. Infatti, sono molto pessimista circa la possibilità di risalire una china che, di fatto, ci ha già portato ad abitare in una democrazia illiberale. Anche in questo caso i partiti storici hanno seminato vento per decenni, e ora è venuto fuori chi è più bravo a manipolare un elettorato che in larga parte non è più all’altezza di capire la superiorità morale e cognitiva del metodo di governo liberale. In particolare, che differenza corre tra opinioni o credenze e fatti o informazioni scientificamente controllate.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...