Intuizione quantitativa: prendere decisioni in condizioni di incertezza

Enrico Fermi durante una lezione

Il professor Oded Netzer della Columbia Business School fa una affermazione che non si può non condividere: “L’informazione è essenziale per prendere decisioni intelligenti, ma il più delle volte, i dati di cui disponiamo sono talmente tanti che rischiamo di esserne travolti. L’idea è quella di fornire una struttura sistematica per prendere decisioni più intelligenti in condizioni di incertezza“.

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Steve Jobs, Mark Zuckerberg e Travis Kalanick: grandi imprenditori ma pessimi manager

Chi osa parlare male di tre uomini che hanno realizzato le più grandi imprese degli ultimi anni e che hanno trasformato il mondo? Si chiama Kyle M.K., esperto di leadership, autore di “The Economics of Emotion” che, senza peli sulla lingua, rivela come i tre personaggi riportati nel titolo, siano sempre stati molto attenti a tutto ciò che crea profitto ma assolutamente insensibili alle persone che lavorano con loro e che per questo motivo siano e siano stati odiati dai loro collaboratori.

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Il risentimento non genera solidarietà

Il prof. Ugo Perone – filosofo, docente Humboldt-Universität di Berlinonel suo illuminante saggio “Otto tesi per la sinistra” sulla rivista “Spazio Filosofico” scrive, tra l’altro: “…sulla scena sociale è intervenuto un fattore inedito: il risentimento. Presso i conservatori aveva spazio la paura: la paura di perdere ciò che si aveva (fosse anche poco), presso i progressisti la fiducia che attraverso lotta e progresso si potesse rimediare alle ingiustizie. Ma né la sinistra né la destra si nutrivano di risentimento, che implica un desiderio di rivalsa per quello che non si ha a danno di chi l’ha o minaccia di ottenerlo. Il risentimento è invece diventato dominante presso tutti gli orientamenti: verso i profughi non si prova solo paura ma risentimento, così che non si accetta nemmeno che essi ottengano gli stessi diritti degli altri cittadini; verso le élite dominanti si prova risentimento per i privilegi che hanno accumulato: non è però un’ansia di uguaglianza, ma un semplice desiderio di livellamento; verso i più vecchi cresce l’insofferenza, e si sbandiera una rottamazione come semplice sostituzione che non ha nulla da spartire con le illusioni utopistiche sessantottine; verso il sapere cresce la derisione, si devastano i congiuntivi e si abbandonano scuola e università.

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Cominciamo a delegare per diventare leader migliori

Karen Morley

Secondo la dott.ssa Karen Morley, autrice di Lead like a Coach e Gender Balanced Leadership: An Executive Guide, se i dirigenti delegassero di più, potrebbero conquistarsi maggiore fiducia nei confronti dei propri collaboratori, aumentando sia il loro impegno che la loro produttività.

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Quanto costa avere sempre ragione?

È quasi una seconda natura per un leader “che si rispetti” impegnarsi ad avere ragione sempre, in ogni circostanza. C’è chi, per non sbagliare mai, cerca di mettere in pratica le idee di Schopenhauer, il filosofo tedesco che, oltre alla sua opera più importante Il mondo come volontà e rappresentazione, ha scritto un – meno famoso ma più citato – trattatello intitolato L’arte di ottenere ragione (in 38 stratagemmi).

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