L’Intelligenza Artificiale (AI) non deve far paura

Il pensiero di Nicola Morini-Bianzino, uno dei pionieri dell’AI, esperto di intelligenza artificiale, machine learning, innovazione e big data, oltre che Chief Technology Officer di EY Global Client, crediamo possa fornire elementi ottimistici riguardo al futuro delle imprese e del lavoro.

Per questo siamo lieti di riportare qui di seguito alcuni suoi spunti di riflessione che il lettore potrà eventualmente approfondire seguendo il sito EY.

Per guidare la crescita a lungo termine, ogni azienda ha bisogno di creatività e innovazione. Naturalmente ciò sarà possibile sfruttando le giuste soluzioni di intelligenza artificiale per sviluppare la creatività e alimentare l’impresa umana.

Dall’alba della prima rivoluzione industriale, le macchine sono state ampiamente utilizzate per migliorare l’efficienza. Siamo ora entrati nella Quarta Rivoluzione Industriale – un’era in cui le macchine diventeranno intelligenti, auto-ottimizzando se stesse e i sistemi in cui operano. È un cambiamento che sta dando forma a molti dei megatrend che abbiamo identificato e che a loro volta stanno cambiando il modo in cui funziona il mondo.

Alcuni hanno interpretato questo fenomeno come l’ascesa dei robot che prelude a un futuro distopico di disoccupazione di massa e di disumanizzazione, dal momento che le macchine intelligenti eliminano il bisogno di persone.

Ma la storia insegna che, sebbene le nuove tecnologie possano porre fine alla necessità del coinvolgimento umano in alcuni compiti, esse contemporaneamente consentiranno la creazione di posti di lavoro completamente nuovi. Persino settori imprenditoriali mai visti prima. La sfida non sta nella tecnologia in sé, sta nella capacità che ha l’uomo di immaginare come usarla creativamente per generare nuove opportunità, nuovo valore e occasioni di crescita.

Il successo e la crescita non possono essere raggiunti concentrandosi solo sulla tecnologia, perché la tecnologia non è altro che uno strumento che ci consente di sviluppare beni e servizi di cui gli esseri umani hanno bisogno. La vera abilità, quindi, non sta nello sviluppo di soluzioni tecnologiche, ma nell’identificazione di ciò che le persone vogliono, dei loro nuovi bisogni – e quindi nel trovare i modi migliori per poterglieli fornire. La domanda da porsi non è perciò come utilizzare la tecnologia, ma piuttosto quale impatto può avere la tecnologia.

Esistono tre modi principali in cui la tecnologia – e in particolare l’intelligenza artificiale (AI) – può incoraggiare la creatività a soddisfare i bisogni umani:

  • Consentire agli esseri umani di avere più tempo a disposizione per concentrarsi sull’innovazione
  • Offrire opportunità di combinare in modo creativo le tecnologie per creare nuovi modi di lavorare
  • Aumentare attivamente il processo decisionale umano, disponendo di analisi di dati sempre più sofisticati e precisi che possano essere elaborati dalle macchine per guidare sempre meglio le nostre scelte creative.

Il tempo risparmiato potrà creare nuove opportunità per il lavoro umano, come sviluppare in modo più profondo e articolato le relazioni tra le persone e dare vita ad attività e progetti collaborativi. Questo tipo di interazioni non solo aiutano a migliorare la cultura organizzativa, ma consentono anche quei momenti collaborativi e di scambio di idee che possono portare a soluzioni innovative.

La tecnologia e gli esseri umani lavorano insieme per amplificare veramente i reciproci punti di forza nell’interesse di un mondo del lavoro migliore: e questa prospettiva porta a intravedere un futuro eccitante.

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