Basta astrazioni fatali!

Alain Badiou

Il capitalismo, o meglio il realismo capitalista, ci ha liberato da quelle che il filosofo francese Alain Badiou chiama “astrazioni fatali”. L’accenno al famoso film che ha un titolo simile (al singolare) non è casuale.

La fede in un’idea, in un principio – che magari osi fondarsi sulla giustizia, sull’uguaglianza, e che anche per puro accidente faccia riferimento alle ideologie del passato – finalmente è venuta meno.

Il realismo capitalista, duro ma concreto, è diventato uno scudo protettivo che mette in dubbio qualsiasi tentativo di credere che sia possibile che esista un mondo diverso da quello in cui viviamo.

Una scena da “Attrazione Fatale”

Il capitalismo ha tante frecce al suo arco: sa utilizzare anche l’ironia, fino allo sbeffeggiamento, per mettere in ridicolo le ideologie e finalmente renderci immuni dalle sirene del fanatismo. Perché per il realismo capitalista ogni ideologia non può che tradursi in fanatismo, in quanto mette in dubbio la libertà di coloro che hanno il diritto “sacrosanto” di non credere a nulla al di fuori del proprio interesse e di non perseguire altro che il proprio profitto.

Insomma, il realismo capitalista è un argine solido contro qualsiasi tentativo di totalitarismo che non sia quello dell’individuo. E poco importa se le conseguenze possono, in molti casi, essere esiziali per la società intera, la natura, il mondo.

La libertà che ci offre a piene mani il realismo capitalista è in qualche modo condizionata, ma è la cosa migliore che potrebbe capitarci. In fondo si tratta di un piccolo sacrificio per evitare di cadere succubi di idee che ci vorrebbero obbligare a comportarci seguendo principi che non sono “naturali”. (Il capitalismo, infatti, sa cosa sia naturale o no nell’uomo e, ad esempio, la giustizia e l’uguaglianza non lo sono).

E se qualcuno la pensa diversamente è libero di reagire, criticare, contestare, con azioni simboliche, rituali e persino violente. Il capitalismo è ormai abituato a gestire queste reazioni, metabolizzarle attraverso il suo enorme stomaco capace di digerire ogni cosa e poi riutilizzarla secondo le proprie finalità.

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