Lotta senza quartiere al multitasking!

In un’epoca in cui la nostra attenzione è spinta al limite, la capacità di concentrarsi senza distrazioni sta diventando una delle abilità più importanti.

Non fatevi ingannare: il multitasking è una bufala!

Purtroppo, spesso sentiamo vantare la capacità di essere multitasking, intendendo con questo termine la possibilità di fare più cose contemporaneamente. Si tratta di un equivoco colossale. Fare più cose non significa pensare più cose contemporaneamente. Il cervello elabora un pensiero alla volta.

D’altra parte, sembra appurato che chi svolge più compiti contemporaneamente rischia di ridurre le proprie capacità intellettive. Alcuni ricercatori del Sackler Center for Consciousness Science dell’Università del Sussex hanno esaminato le strutture cerebrali di persone che avevano l’abitudine di usare contemporaneamente dispositivi diversi – multimediali e no (cellulari, computer, ma anche tivù e carta stampata) – rilevando che avevano una minore densità di materia grigia nella parte del cervello nota come corteccia cingolata anteriore (ACC), deputata ai processi cognitivi ed emotivi, con il rischio di subire danni anche permanenti.

Allora, che fare?

In un libro del 2013 di Maria KonnikovaMastermind. How to think like Sherlock Holmes” (mai tradotto in italiano) la scrittrice dice: “l’attenzione è una risorsa limitata” e, come la forza di volontà, richiede una volontà consapevole per chiunque voglia ottimizzare questa capacità.

“…Prestare attenzione a una cosa viene necessariamente a scapito di un’altra… Non possiamo dedicare la nostra attenzione a più cose contemporaneamente e aspettarci che il cervello funzioni allo stesso livello, come se ci concentrassimo su una sola attività. Non è possibile che due compiti ricevano contemporaneamente la stessa attenzione. Uno finirà inevitabilmente per essere il fulcro e l’altro – o gli altri – diventano un rumore “di fondo”, irrilevante. O peggio ancora, nessuno dei compiti ai quali ci dedichiamo avrà il focus necessario e tutto sarà molto più confuso…”

Ritrovare la capacità di attenzione

Nel mondo iperconnesso di oggi abbiamo perso la capacità di focalizzarci su questo tipo di attività, favorendo quelle più leggere (e più dispersive). Il lavoro profondo (deep work) è quello che richiede un focus totale su compiti che comportano un intenso e consapevole sforzo cognitivo. Dedicarci a questo ci rende più produttivi, ci consente di realizzare le cose in minor tempo e ci dà un maggior senso di appagamento. Il libro “Deep Work. Concentrati al massimo” di Cal Newport (edizioni Roi, collana Ottantaventi) insegna come ritrovare una concentrazione profonda, creativa, che ci aiuti a dedicarci veramente a quello che stiamo facendo.

Chi è Cal Newport?

E’ un docente di Computer Science alla Georgetown University e studioso degli effetti della tecnologia sulla vita delle persone, oltre che autore di libri di grande successo.

Cal Newport

Cal Newport è convinto che è necessario acquisire la capacità di concentrarsi su un unico compito alla volta e di farlo senza distrazioni. Solo in questo modo sarà possibile lavorare meglio e conseguire risultati di qualità in un tempo impossibile da ottenere se non si presta la necessaria e indispensabile concentrazione al compito selezionato.

Seguendo sempre la sua idea di “minimalismo digitale”, ribadisce quanto la comunicazione rapida e la presenza attiva sui social network siano nemici della concentrazione a lungo termine, nonostante queste strategie siano spesso ritenute più importanti del lavoro intenso e focalizzato.

Ecco quattro semplici regole da seguire:

  1. Riducete il conflitto: per lavorare con la massima concentrazione è bene mediare tra “il rispondere immediatamente a una mail che riteniamo fondamentale e continuare a lavorare senza farci distrarre al fine di produrre i risultati migliori possibili”.
  2. Accettate la noia: proprio come gli atleti devono prendersi cura del corpo anche quando non si allenano, così è per tutti più difficile concentrarsi intensamente se si passa il resto del tempo a fuggire al minimo accenno di noia.
  3. Siate minimalisti digitali: è necessario abbandonare i social media rifiutando lo stato di interconnessione costante, fonte continua di distrazioni. Non utilizzate internet come unico mezzo di intrattenimento.
  4. Riducete il vostro orario di lavoro e vedrete che otterrete di più: bisogna ridurre al minimo le attività superficiali che portano via molte ore della nostra giornata lavorativa, spesso senza costrutto, pianificando ogni minuto e stabilendo la quantità di concentrazione necessaria a ogni attività.

Naturalmente, nel libro troverete indicazioni più ampie e approfondite.

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