Auguri a tutti e dimentichiamoci il 2020!

Come di consueto, CapoVerso si prenderà qualche giorno di riposo. Ma non è detto che ogni tanto potremmo pubblicare qualche articolo. Non riusciamo a stare troppo lontano dai nostri lettori…

Sarà un Natale diverso. Facciamo che sia anche un’occasione per ritrovare alcuni comportamenti importanti, ma alla fine semplicissimi, di cui però in qualche caso ci siamo dimenticati strada facendo, correndo dietro a lusinghe o chimere. Comportamenti che riguardano sia la nostra vita personale che quella di lavoro. Indifferentemente. E che consiste nell’apprezzare alcuni tipi di persone piuttosto che altre. Ecco l’elenco.

Apprezziamo le persone:

  • semplici e leali
  • che amano condividere le proprie competenze ed esperienze
  • che rispettano le altre persone, la natura, gli animali, l’ambiente in cui vivono
  • che utilizzano i propri errori come base per la loro crescita
  • aperte al dialogo ed alla condivisione delle esperienze
  • che non temono i cambiamenti
  • che rispettano i propri impegni
  • che sanno valorizzare le diversità

Lo spunto (riadattato) ci proviene dal sito Adacta International e dal “value sharing” dell’azienda, che svolge ricerche di mercato.

Riprenderemo le pubblicazioni il 7 gennaio. Il 2021 è per noi un anno importante: è il quinto anniversario di CapoVerso. Ci saranno delle sorprese.

Seguiteci sempre. Questa deve essere la vostra parola d’ordine. Da enigmisti, ve lo diciamo con un rebus (5,6):


Risolvetelo* e soprattutto mettetelo in pratica!
*Mandateci, se volete, la soluzione via mail.

Le aziende verso l’apprendimento di scala

Nonostante la premessa – che fino a poco tempo fa poteva sembrare ovvia – che la tecnologia avrebbe semplificato il lavoro delle aziende, in realtà non sembra che ciò stia avvenendo. Siamo di fronte a una crescente complessità, aggravata da fattori esogeni che non erano previsti, come la pandemia, e le imprese si trovano a dover affrontare cambiamenti sempre più rapidi e imprevedibili.

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CapoVerso citato dal Corriere della Sera

Riportiamo qui di seguito l’articolo redatto da Franco Taverna, Economista Università Alma Mater di Bologna e Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, pubblicato sul Corriere della SeraBuone Notizie – del 1° dicembre, che riprende l’intervista a Stefano Zamagni, apparsa su CapoVerso del 26 novembre scorso.

Dalla pandemia alla infodemia: la sindrome della capanna e l’ansia da limbo

La pandemia crea disagio psicologico. E’ una verità ormai assodata. Sia per chi ci è passato – cioè ha avuto il Covid e ne è uscito indenne – sia per chi teme di caderne vittima. Si manifesta con problemi di ansia, in modo diretto per il fatto che il nemico – il virus – è sconosciuto e subdolo, o perché ne abbiamo sperimentato su di noi o su congiunti e amici la sua virulenza; in modo indiretto, a causa dei media e dei social che ci espongono a un continuo flusso di notizie per nulla tranquillizzanti e, soprattutto, molto contraddittorie. Questo secondo tipo di pandemia è stata definita infodemia.

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Per finanza e mafia il Covid è una manna

Chi pensava che qualcosa sarebbe cambiato con la pandemia si sbagliava. Ad esempio, i processi di finanziarizzazione – ovvero la tendenza delle imprese a perseguire strategie di accumulazione finanziaria, o comunque a ottenere la massimizzazione del rendimento del capitale per gli investitori nel breve termine – continuano e, anzi, si ampliano con il risultato di arricchire sempre di più le élite finanziarie e manageriali, con un contemporaneo, ulteriore declino dei salari.

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La “maledizione del vincitore” e l’asta della coscienza

In un articolo su “Il Sole 24 Ore”, Paolo Legrenzi, Professore emerito di psicologia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e Presidente del comitato scientifico di X-ITE, centro di ricerca LUISS, riflette sul concetto della “maledizione del vincitore” (winner’s curse), assimilando tale comportamento con il rapporto che le persone hanno con la propria coscienza.

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Lo stress sul lavoro. Oltre la pandemia

Si parla sempre più spesso di fattori di stress in ambito lavorativo legandoli a problemi riguardanti la pandemia. Alcuni fatti sono collegabili direttamente a questo evento che destabilizza un po’ tutti, quali: l’aumento del carico del lavoro, le condizioni operative più difficili dovute anche all’applicazione delle norme precauzionali e di tutela previste dal Covid, l’incertezza per la carenza o la mancanza di informazioni e, più in generale, il clima di tensione e paura che avvolge il futuro della propria attività.

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Eccellenza nelle aziende solo se si supererà la gerarchia

Uscirà il prossimo anno un libro di Brian Strobel – consulente organizzativo in ambito pubblico e privato – intitolato “Pursuing Excellence: A Values-Based, Systems Approach to Help Companies Become More Resilient” (Perseguire l’eccellenza: un approccio sistemico, basato sui valori, per aiutare le aziende a diventare più resilienti), Editori Taylor and Francis.

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Lavoro e storia: alienazione o realizzazione di sé

Qualche nota storica, senza presunzione di approfondire temi troppo grandi per le nostre forze. Ci limitiamo a riportare a ruota libera alcune affermazioni sul lavoro e sul taylorismo da Lenin a Gramsci, lasciando ai lettori eventuali approfondimenti.

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