Sappiamo usare il DAM (gestione risorse digitali)?

Con la sigla DAM (Digital Asset Management) si intende la gestione delle risorse digitali. La domanda che ci poniamo su questo tema è se questa piattaforma viene o meno sfruttata in modo adeguato dalle aziende.

E’ evidente che se il DAM viene adoperato come semplice archivio di informazioni e risorse varie, senza che la funzionalità dei metadati venga adeguatamente integrata tramite sistemi specializzati, difficilmente potrà diventare un potente strumento di personalizzazione nei confronti dei clienti e dei prospect.

Le prime piattaforme DAM – qualcuno lo ricorderà – erano quei cataloghi di media, musica, informazioni creati da emittenti e agenzie di stampa. Sono nate in tempi nei quali il digitale era ancora di là da venire. Tali archivi erano fonti ricchissime di contenuti e garantivano una “versione unica” per ogni risorsa. Ma senza una attenta organizzazione, catalogazione e marcatura sarebbero rimasti solo una montagna di dati informe, un coacervo non facilmente utilizzabile.

Oggi quando si parla di DAM intendiamo qualcosa di sostanzialmente diverso. Sono decisamente più “intelligenti” degli archivi fisici del passato. A parte il fatto che non richiedono più spazi enormi per raccogliere tutto il materiale, con scaffalature per i documenti, schedari, ecc., oggi i DAM possono essere gestiti attraverso un hub centrale per le aziende, agile, di facile consultazione per organizzare, archiviare, ricevere e recuperare i media, resa accessibile da qualsiasi dispositivo.

Si capisce immediatamente come i DAM siano vitali per i professionisti del marketing digitale (designer, scrittori e tutti i creativi) che hanno il compito di offrire una esperienza coerente alla storia dell’azienda e connessa con la sua vision, ma anche per chi svolge un’attività di marketing puro.

Quindi i DAM, nonostante le enormi trasformazioni tecnologiche, per certi aspetti sono rimasti gli stessi e servono per favorire una perfetta integrazione delle operazioni di marketing, come la coerenza del brand, la diminuzione del time to market, il contenimento dei costi di produzione, il rischio di violazione dei diritti, ecc.

Un salto di qualità dei DAM però è necessario. Con l’avvento dell’IA e del machine learning un DAM non può più essere semplicemente una libreria di risorse ma deve sempre più essere utilizzato per curare e potenziare le diverse esperienze passate, per la creazione più rapida dei contenuti e per attivare un vero marketing personalizzato.

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