Quando finiamo di credere a Babbo Natale (una delle bufale “buone” più condivise al mondo, sotto varie forme), cominciamo a credere alle fake news. I ragazzi, infatti, secondo un recente studio apparso sul British Journal of Developmental Psychology, attorno ai 14 anni cominciano a credere alle teorie complottiste e a cedere alla disinformazione. Per loro diventa difficile valutare la credibilità delle informazioni online.
Si dice che i giovani dovrebbero essere educati in questo senso: dal 2009 l’Unione Europea chiede una maggiore alfabetizzazione mediatica e molti sono stati i progetti messi in atto, indirizzati soprattutto agli studenti.
Ma i giovani in genere sono pigri. Le fake news sono costruite con un mix di sensazionalismo, trasgressione, sorpresa e spiazzamento che le rende interessanti per i più giovani e possono essere gestite senza troppa fatica. Non richiedono ragionamenti complicati, sono immediate, e la faciloneria, la sciatteria e il pressapochismo con cui si maneggiano servono a renderle ancor più “credibili”. E, contrariamente a quello che sostiene Sacha Altay (vedi precedente nostro articolo), senza che da parte dei giovani vi sia una reputazione da difendere. Anzi, più la “sparata” è grossa, meglio è.
D’altra parte, anche cercare di dare indicazioni ai giovani in modo serio e corretto non è facile. A quali fonti dobbiamo dir loro di credere? A quello che riportano i giornali? Come se le notizie che vi si pubblicano fossero tutte attendibili (sappiamo bene che non è vero perché anche in questi ambiti esiste la disinformazione e la manipolazione).
Dobbiamo allora convincerli ad essere sempre più scettici? Anche questo non è un atteggiamento che alla lunga funziona perché porta a credere che tutto sia potenzialmente falso e manipolato.
Si discute molto su quali siano i metodi più corretti per alfabetizzare digitalmente i ragazzi (e gli insegnanti e i genitori). Howard Schneider, direttore del Center for News Literacy, ha tenuto uno dei primi corsi che insegnano agli studenti a discernere la qualità delle informazioni, orientato soprattutto sull’analisi delle notizie giornalistiche.
Il corso affronta questi argomenti:
- il potere dell’informazione nelle mani dei consumatori
- cosa rende il giornalismo diverso da altri tipi di informazione?
- dove possiamo trovare informazioni affidabili?
- come dire cosa è giusto e cosa è di parte
- come applicare i concetti di alfabetizzazione giornalistica nella vita reale
- affrontare le sfide della cittadinanza digitale
Onestamente, non siamo in grado di dire quale sia il grado di efficacia di questo corso.