
Secondo Axel Honneth (il suo saggio, scritto insieme a J. Anderson, si intitola Autonomy, Vulnerability, Recognition, and Justice) le tre proprietà menzionate nel titolo sono aspetti essenziali della ‘relazione pratica’ con il proprio sé, e possono svilupparsi solo grazie al riconoscimento reciproco in un orizzonte di socialità.
La fiducia in noi stessi (self-trust) nasce quando ci sentiamo liberi di esprimere bisogni e desideri senza la paura di essere rifiutati o giudicati negativamente. Amore e amicizia costituiscono l’orizzonte primario per questo tipo di esperienza.
Il rispetto di sé (self-respect) nasce quando possiamo sentirci sicuri che gli altri riconosceranno la nostra dignità che consiste nella capacità di avanzare richieste, pretese e aspettative. Nel caso in cui queste ultime ricevano una configurazione giuridica sotto forma di diritti in senso tecnico il rispetto di sé può stabilizzarsi in una cornice di aumentata certezza o sicurezza.
La stima di sé (self-esteem) nasce quando la nostra identità viene riconosciuta in contesti di solidarietà e nella rete di relazioni che intratteniamo con gli altri. L’identità di ognuno si sente al sicuro solo quando essa è vista come un qualcosa di unico e irripetibile.
In questa prospettiva Honneth dimostra un certo grado di originalità in quanto con la propria teoria del riconoscimento va al di là dei paradigmi liberali e di quello social-democratico.
Secondo Honneth, alla fruizione della giustizia sociale non può bastare la libertà negativa della tradizione liberale classica come pure la pratica di sostegno materiale offerta dalle politiche del welfare.