Rileggere Giovanni Verga, a cento anni dalla sua morte, e la famosa novella “La roba”, con protagonista il vecchio Mazzarò, ricchissimo e avaro, ormai prossimo alla morte, è importante. Perché ci può insegnare qualcosa anche riguardo al capitalismo di oggi, all’ incapacità di questo sistema di accumulo di ricchezza di lasciare a chi viene dopo di noi, un pianeta sano anziché, come sta accadendo, una terra devastata dalle guerre, ferita dalla ricerca ossessionante, illimitata e sfrenata del suo sfruttamento.
D’altra parte, non può che essere così: se il capitalismo ormai è diventato un sistema per produrre sempre di più, senza che sia possibile porre alcun limite, alcun freno. E, in questo contesto, il consumo, non il lavoro, diventa il protagonista dell’economia globale, che cresce e continuerà a farlo per consentire al sistema di sopravvivere.

Sembra davvero che chi ci governa, ma anche noi stessi, spesso, ci comportiamo come il protagonista della novella di Verga, Mazzarò. Ecco cosa dice lo scrittore: «Di una cosa sola gli doleva, che cominciasse a farsi vecchio, e la terra doveva lasciarla là dov’era. Questa è una ingiustizia di Dio, che dopo di essersi logorata la vita ad acquistare della roba, quando arrivate ad averla, che ne vorreste ancora, dovete lasciarla!».
Se, di fronte all’imminenza della morte, non ci interessa più il futuro perché tanto noi non ci saremo, significa anche che non ci interessano più nemmeno i giovani, i bambini (e infatti ne facciamo sempre meno!) e che siamo invidiosi nei loro confronti. Un’invidia rabbiosa, gretta e stupida, che viene ancora ben esplicitata dalla novella di Verga nelle ultime righe.
«Sicché quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all’anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: – Roba mia, vientene con me!».
Un capitalismo così – anche nella visione esasperata della metafora verghiana – è quello che intravvede Mazzarò che vorrebbe portarsi nella tomba tutto quello che non gli sopravviverà. Il capitalismo sembra non abbia più rispetto per i mari, i fiumi, i ghiacciai, le foreste. Preferisce distruggere tutto piuttosto che lasciare qualcosa in eredità ai giovani. Ma il problema più grave è che insieme alla natura ha anche saputo distruggere gli ideali, le speranze per un mondo più giusto.
grazie molto valido
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