Il futuro ci interessa. Ma solo quello personale!

Se ci pensiamo bene, la nostra vita, intesa come appartenente ad una comunità, oggi si basa principalmente sulle emergenze che di volta in volta siamo costretti a gestire. Emergenza pandemia, emergenza climatica, emergenza energetica, e via dicendo. E’ giusto vivere solo sulle emergenze? Perché la gente, e soprattutto i politici, pensano poco al futuro collettivo? Si fermano al contingente, al presente. Come se davvero il futuro non interessasse affatto.

Sia chiaro, il futuro personale, quello della nostra famiglia, dei nostri figli ci interessa eccome! Infatti, cerchiamo di farli studiare perché abbiano un buon lavoro, gli lasciamo la casa, l’attività commerciale, le ricchezze (poche o tante) che abbiamo accumulate. E abbiamo paura che qualcuno introduca nuove tasse di successione. Anche se colpirebbero solo la parte più abbiente della popolazione, e lo scopo sarebbe quello di ridistribuire la ricchezza ai meno fortunati.

Insomma sul futuro collettivo nessuno è disposto a spendere e a investire granché. E a ben vedere ci sono motivi precisi per non farlo. Primo, perché il futuro è per definizione difficile da prevedere. Non sappiamo con precisione cosa succederà. Mentre il presente ce lo abbiamo sotto gli occhi, con i suoi problemi, e appunto le sue urgenze. Quindi se bisogna spendere, meglio farlo per i problemi certi di oggi che per quelli incerti di domani.

Questo però è un ragionamento miope che favorisce le crisi. Bisogna cercare di guardare avanti, non lasciarsi sedurre da un vantaggio immediato, sapersi organizzare, magari sacrificando qualcosa oggi, per poter poi avere maggiori opportunità domani. La visione prospettica è la capacità di immaginare soluzioni alternative, di formulare scenari possibili, con i mezzi a disposizione e quelli che potranno rendersi poi disponibili.

Queste doti dovrebbero essere in possesso dei politici. Purtroppo nel nostro Paese la fiducia riposta nelle classi dirigenti è assai modesta. Se i politici ragionano come la maggior parte delle persone (e sembra proprio che sia così) si corre il rischio che qualsiasi risorsa destinata a investire nel futuro possa facilmente essere sperperata, perché pochi accetterebbero dei sacrifici per la comunità del futuro.

Allora, i sacrifici ci toccano e ci toccheranno solo per far fronte alle varie emergenze, vere o presunte che siano, in modo che possiamo tacitare la nostra coscienza, qualora avesse la voglia di reagire.

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