Giangiuseppe Pili. Per capire il liberalismo

Crediamo che sia opportuno ospitare anche idee che possono in qualche modo confliggere con quelle che il nostro blog presenta spesso. Anzi. Riteniamo che questo dovrebbe essere il primo compito di chi svolge una funzione comunicativa, per quanto limitata come la nostra.

Abbiamo bisogno di sentire altre campane. Abbiamo bisogno di essere contraddetti. Dobbiamo sempre rimetterci in discussione senza sovrastimare le nostre idee, senza sospettare che chi avanza idee che sono diverse dalle nostre, sia contro di noi. Al contrario: ci offre una bella occasione per riflettere senza pregiudizi e con mente libera su alcuni temi politici importanti. Non sprechiamola.

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Il capitalismo cambia e diventa “sostenibile”? Vedremo

Sarà la spinta della pandemia ma sembra che qualcosa cambi nel modo di concepire il capitalismo. Nessuno mette in dubbio il sistema, sia ben chiaro, ma si cominciano a notare segni importanti, anche se piccoli, che dimostrano come stia crescendo una nuova sensibilità su alcuni temi che fino a poco tempo fa sembravano esclusi completamente dalle prospettive degli imprenditori e degli studiosi di discipline economico-aziendali.

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Il capitalismo: la società dei rottweiler

Chi ha una certa età – diciamo sui settant’anni – non può dare una valutazione obiettiva del capitalismo. Ricorda vagamente (perché era piccolo) la crisi del dopoguerra ma non può non entusiasmarsi ripensando all’epoca della ripresa, al boom economico, al clima di entusiasmo di quegli anni, ai miglioramenti concreti nella vita di ogni giorno, alle speranze per un futuro sempre migliore. Un figlio di operaio (come il sottoscritto) ha potuto frequentare l’università e aspirare a un lavoro più qualificato, ben retribuito, tranquillo anche dal punto di vista pensionistico.

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Salario minimo o salario massimo?

Dan Price, fondatore e CEO di Gravity Payments

Ricorderete che quattro anni fa fece scalpore la notizia che l’amministratore delegato di Gravity Payments, Dan Price, aveva deciso di compiere una grande rivoluzione nella struttura retributiva della azienda da lui diretta, aumentando i salari annui dei suoi dipendenti a 70.000 dollari e contemporaneamente riducendo (90 % in meno) il proprio stipendio che superava il milione di dollari. (Ricordiamo che la media dei salari in azienda era attorno ai 50.000 dollari l’anno).

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