
Abbiamo rivolto questa domanda al prof. Piercarlo Maggiolini, docente al Politecnico di Milano presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale.
Abbiamo rivolto questa domanda al prof. Piercarlo Maggiolini, docente al Politecnico di Milano presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale.
Quando si verificherà il passaggio-chiave (singolarità tecnologica) per cui i computer impareranno dai computer? A quel punto c’è il pericolo che analitiche e algoritmi possano superare e sostituire il pensiero dell’uomo?
Intervista ad Elena Barazzetta, ricercatrice. Nel suo lavoro, si occupa principalmente di welfare aziendale, smart working, misure per la conciliazione vita-lavoro. Sulle stesse tematiche affianca inoltre enti privati e pubblici attraverso attività di consulenza.
Pubblichiamo la seconda parte dell’intervista rilasciataci da Riccardo Mazzeo. Una analisi un po’ impietosa, ma purtroppo realistica, delle abitudini italiane riguardo al potere.
Il Parlamento nel novembre scorso ha approvato la nuova legge sui whistleblower (vi rimandiamo al nostro articolo) che modificava una prima regolamentazione che tutelava, anche se in modo parziale, solo il lavoratore pubblico. Ora, la nuova legge (n.1751 del 2013) intende ampliare la protezione da qualsiasi azione ritorsiva anche al lavoratore privato che segnala irregolarità rilevate nella gestione della propria azienda. Però, si ferma qui. Mancano gli incentivi monetari per chi denuncia i fatti.
Nelle organizzazioni tutto ruota attorno alle decisioni che vengono prese dai vertici delle aziende. Si tratta spesso di decisioni rischiose, di solito adottate avendo a disposizione informazioni incomplete, oppure oggi, al contrario, trovandosi di fronte a un sovraccarico eccessivo di informazioni, e troppo spesso disponendo di un tempo molto più ridotto di quanto sarebbe necessario.
Continuiamo il nostro discorso sul fair play in azienda e soprattutto tra i manager. Come dicevamo, non si tratta solo di un comportamento corretto fine a se stesso. Deve rappresentare l’anima di un’azienda, costituire una sorta di armonia che pervade ogni fase del lavoro e ogni componente dell’azienda, avendo sempre come riferimento principale il leader.
Dopo il nostro precedente articolo, continuiamo a parlare di quanto possa essere importante introdurre in azienda la giusta dose di humour nell’attività quotidiana.
Lo sappiamo che non dobbiamo estrapolare frasi da interviste o articoli. Non è così che si danno le informazioni. Ma, in questo caso, crediamo soprattutto di fare un favore a chi magari si è perso qualche passaggio della polemica che si è sollevata attorno ad alcune affermazioni di Pier Camillo Davigo dal “Corriere della Sera” e dal “Fatto Quotidiano”. Inoltre, tali commenti tornano utili per continuare la nostra riflessione sull’etica.
Abbiamo rivolto al prof. Pier Cesare Rivoltella – Direttore del CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia), Professore ordinario di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento, Università Cattolica del S. Cuore (UCSC), Milano – una domanda secca su un tema quanto mai di attualità.