
“Ognuno è un genio. Ma se giudichi un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi su un albero, vivrà tutta la sua vita credendo di essere uno stupido”. Questo diceva Albert Einstein. E come dargli torto?
Ricordate cosa diceva lo scrivano di Melville? “Preferirei di no!”. Quando il capo gli diceva di fare un lavoro, ripeteva sempre questa frase, quasi un mantra sotto il quale covavano questioni importanti e quanto mai attuali, quali l’insoddisfazione, la frustrazione e la depressione sul lavoro.
Un leader che si rispetti, secondo Anne Sugar (executive coach per la Harvard Business School Executive Education), deve avere una “faccia da poker”, cioè tale che non sia possibile scoprire quali sono i suoi veri sentimenti. In altri termini, secondo la studiosa, il leader dovrebbe assumere una espressione “neutra”, cosa che in qualsiasi tipo di comunicazione sarebbe invece preferibile evitare.
Bisogna avere il coraggio di dire che chi non si prende la responsabilità del proprio lavoro in questi tempi è un incosciente. In una situazione complessa e difficile come quella che stiamo vivendo a causa della pandemia, riteniamo che qualsiasi lavoratore, a qualsiasi livello, non possa esimersi dal prendersi la responsabilità di quello che fa. Anche se la sua è una attività che può apparire meno strategica e importante di altre.
Sono stato costretto a ripensare alla vecchiaia dopo lo scambio di opinioni apparso ieri con la nostra lettrice.
Non è facile né naturale prendere atto della vecchiaia che avanza. E la società non fa nulla per rendere questo processo meno doloroso. E’ tragicamente vero. Anche chi lucidamente sa che non può sfuggire alla legge dell’invecchiamento né può illudersi di essere immortale, deve consapevolmente prendere atto di quello che prima o poi dovrà verificarsi.
Sarebbero oltre 5,8 milioni gli occupati nel nostro paese che hanno un’istruzione superiore a quella richiesta dal lavoro che svolgono. La statistica realizzata dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre a prima vista contrasta con due fatti incontrovertibili e cioè che la popolazione di lavoratori italiani sia la meno scolarizzata in Europa e che gli imprenditori facciano fatica a trovare collaboratori qualificati, in particolare per quanto riguarda le professioni tecniche.
Chi è Karen Mangia? Una donna dinamica, brillante e ottimista. E’ vice presidente del settore Customer and Market Insight presso Salesforce e autrice di un recente libro che si intitola “Working from home” (Lavorare da casa), quanto mai attuale in questo periodo.