I leader contano sempre meno. Viva il pluralismo!

Daniel Innerarity

E’ interessante il contributo di Daniel Innerarity che ha pubblicato il libro “Una teoria della democrazia complessa” (Castelvecchi, pagg. 384, 29 euro) che contesta ai politici il fatto di ragionare come 300 anni fa “in base agli stessi concetti di potere, sovranità, democrazia, rappresentatività” di quell’epoca, e si chiede quanto tali concetti “siano ancora appropriati per organizzare la convivenza nelle società del XXI secolo”.

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Leadership: la studio ma non la pratico!

E uscito il nuovo libro di Ugo Perugini, intitolato “Leadership contemporanea”.

Ecco il link: https://amzn.to/3kuY8Qj

Dichiarazione dell’autore:

“Il mio modo di intendere la leadership è quello di conoscerla ma di non praticarla. Di essere sempre un passo indietro nella gestione di qualsiasi potere mi venga affidato, non per non prendermi le responsabilità del ruolo (anzi!) ma per non finire inghiottito dal vortice e dall’ebbrezza del potere, cioè dall’illusione che volendo io posso agire condizionando o forzando la libertà di chi si affida a me e alle mie decisioni”.

Il libro “Leadership contemporanea” è il frutto di una serie di articoli apparsi su Leadership and Management. Personalmente sono sempre stato affascinato dal tema del potere. Ovunque si manifesti, ma in particolare nelle aziende. In questo ambito, credo che qualcosa stia cambiando. Le organizzazioni cominciano a mettere in dubbio, insieme a strutture burocratiche ormai obsolete, una certa idea di gerarchia basata sul comando e sul controllo. Le organizzazioni, anche sotto la spinta della trasformazione informatica, sono costrette a ripensare e rimodellare la struttura della governance e comincia a delinearsi una nuova figura di leader. Un leader che ha caratteristiche diverse da quello tradizionale. Che sa aiutare i propri collaboratori ad apprendere, a crescere, a trovare la realizzazione in quello che fanno. Ad essere più autonomi e responsabili. Un leader che sa riconoscere di aver sbagliato, un leader che vede il suo ruolo, e il potere che gli è stato affidato, non in modo autoreferenziale o come un appannaggio o un vitalizio, ma come una funzione di servizio da tributare all’azienda, ai propri collaboratori e a tutta la società.

Filiere e sfruttamento. Continuiamo a far finta di non sapere

I diritti umani sono dei principi importanti, universali, che nessuno può disconoscere. Come il diritto alla vita, il rispetto dei lavoratori, ecc. E chi si rendesse responsabile di violazione di questi diritti subirebbe un grave vulnus alla sua reputazione, sia che si tratti di un individuo, di una impresa o di un governo.

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Prof. Francesco Maiolo (Università-Roma3). Gerarchia e organizzazione. L’illusione del cittadino di diventare imprenditore di sé stesso

Abbiamo rivolto alcune domande sul tema “Gerarchia e organizzazione” a Francesco Maiolo, professore all’Università di Roma3, Dipartimento di Scienze Politiche. Qui di seguito le sue risposte.

Temi trattati: Difficilmente si rinuncerà al primato del profitto. La Governance si è incaricata di potenziare il profitto attraverso le cosiddette “riforme strutturali”: concentrazioni aziendali, delocalizzazione, finanziarizzazione, privatizzazione dei servizi pubblici, ecc. E prima di tutto, lo smantellamento del patto sociale. Al cittadino resta l’illusione di diventare imprenditore di sé stesso, senza acquisire maggiore autonomia e creatività ma accollandosi un crescente rischio sulle sue spalle e rinunciando a una fetta di diritti sociali. Fino alla normalizzazione e allo svuotamento della sua personalità.

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Growth mindset: la libertà di sbagliare

La trasformazione digitale sta mettendo in crisi diversi modelli tradizionali. E non si tratta soltanto di aspetti secondari ma di principi basilari su cui si fonda il nostro modo di pensare e la stessa governance delle aziende.

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