Se, come dicono, non si può non comunicare, purtroppo capita spesso di comunicare male, non essere compresi come vorremmo, subire, nella continua ricerca di metterci in relazione con le persone, o di provare forme di stress che non ci consentono di soddisfare i bisogni psicologici che ogni persona ha quando si relaziona con gli altri.
Immaginazione
Il vero leader deve saper improvvisare tra immaginazione e conoscenza

Abbiamo bisogno di una generazione di leader capaci di organizzare l’improvvisazione e di introdurre nuovi approcci per guidare le risorse chiave: persone, organizzazioni strutturate capaci di gestire l’ignoto, meno controllo e più autonomia.
Chi può eccellere nell’improvvisazione? Chi sa inventare nuove risposte, assumere rischi calcolati, anche senza un piano predeterminato, riuscendo a trarre il meglio dagli errori per favorire la nascita di nuove idee e affrontare strade alternative.
L’improvvisazione richiede immaginazione
Come sosteneva Alfred North Whitehead: “La tragedia di questo mondo è che coloro che possiedono l’immaginazione hanno poca esperienza ( i giovani) e coloro che hanno una grande esperienza hanno ormai un’immaginazione infiacchita (i vecchi). Agire basandosi sulla sola immaginazione senza la conoscenza è da sciocchi, agire fissandosi solo sulla conoscenza senza immaginazione è da pedanti. La missione della ricerca è quella di unire insieme l’immaginazione e la conoscenza”.
Utopia, utopia… per piccina che tu sia
Non soffochiamo i cento mondi dei bambini
Nell’articolo di una settimana fa abbiamo parlato di Benjamin Zender, direttore d’orchestra che ha scritto un libro insieme alla moglie Rosamund Stone. Quest’ultima, che si occupa di psicologia in ambito familiare, ha approfondito i temi del primo libro, realizzandone un secondo nel 2016 intitolato “Pathways to Possibility. Trasformare la nostra relazione con noi stessi, gli altri e il mondo”.