
La nostra democrazia si regge su alcuni pilastri che la rendono uno strumento sempre più lontano dalla vita reale, in certi casi addirittura estraneo ad essa.
Siamo sicuri che i manager in ambito aziendale prendano le loro decisioni sempre con senso di responsabilità, mente chiara e cuore aperto? Nessuno lo è. Anche perché varie ricerche empiriche hanno dimostrato il contrario, cioè che i manager aziendali nelle loro decisioni fanno prevalere molto spesso aspetti egoistici.
Siamo nell’epoca della dittatura della felicità? Sembrerebbe di sì, stando almeno al saggio di Edgar Cabanas e Eva Illuoz, Codice Edizioni, Torino, €20, intitolato “Happycracy, Come la scienza della felicità controlla le nostre vite”.
La globalizzazione, la rivoluzione tecnologica, la transizione verso l’economia dei servizi hanno fatto crescere la disuguaglianza: è aumentata la quota di reddito percepita dall’1% più ricco della popolazione e, nel contempo, è salito il rischio di povertà ed esclusione sociale, che tocca ormai anche la classe media.
Il libro di Valentina Croce “Mi piace! – La ricerca del consenso ai tempi di Facebook” – Edizioni Meltemi, 18,00 euro – ha un approccio scientifico non semplice e richiede un certo impegno, oltre che una conoscenza di tipo sociologico non superficiale. Caratteristiche che potrebbero scoraggiare un lettore poco attrezzato, come il sottoscritto.
Tutti conoscono la SWOT Analysis come strumento strategico che aiuta a identificare i punti di forza e quelli di debolezza in molteplici situazioni e a ogni livello, nell’ambito aziendale, nelle strategie di business, nel marketing, ma anche nelle attività dei singoli collaboratori, come punto di partenza per raccolta di informazioni, discussioni, approfondimenti e sostegno a eventuali pianificazioni aziendali o personali.
Gli scienziati americani dell’Università della California a Los Angeles hanno effettuato un interessante esperimento sui “nativi digitali”, cioè ragazzi tra i 13 e i 18 anni, che sono stati sottoposti a risonanza magnetica per verificare in tempo reale le loro reazioni durante l’utilizzo di social network.
Se dovessi imbatterti in uno di loro, non avresti difficoltà a inquadrarlo subito. Vale la teoria: se li conosci, li eviti. Però, se non puoi evitarli, cerca almeno di conviverci. Nell’articolo qualche suggerimento per farlo senza subire troppi danni.
Attenzione alla selfishness, l’ansia di raggiungere i propri obiettivi individualistici ad ogni costo. Si fa avanti nelle imprese il cosiddetto “status”, cioè il piacere di condividere con altri i sentimenti di appartenenza e identità.