Introversi: avere il tempo di ricaricare le “batterie sociali”

Chi ha la responsabilità di guidare i propri collaboratori (che noi definiamo per brevità leader) deve essere sempre disposto e pronto a parlare con loro. Questo è un dato di fatto. Purtroppo, se chi ha questo compito è un introverso la cosa può risultare più difficile perché da parte di quest’ultimo c’è maggiore riluttanza a esprimersi.

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Gli introversi e i gruppi di lavoro: importanti, ma da usare con attenzione

Adrian Furnham

Oggi sembra che nelle aziende non si possa fare a meno dei gruppi di lavoro. Un team ben affiatato (questo in genere è l’aspetto più difficile da ottenere) appare la soluzione migliore per raggiungere ottime performances aziendali nell’ambito della creatività e produttività. Ma chi l’ha detto che le persone per essere più efficaci ed efficienti debbano lavorare in gruppo?

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Gli introversi in un mondo di gente che continua a blaterare. Introversione non è timidezza

Susan Cain

Susan Cain ha studiato a fondo il comportamento degli introversi e sul tema ha realizzato nel 2010 il libro “Quiet Power: The Power of Introverts in a World that Can’t Stop Talking” (il potere degli introversi in un mondo che non riesce a smettere di parlare) più volte ripubblicato e che ha avuto un notevole successo. In una recente intervista, l’autrice ha approfondito altri temi che riguardano queste persone in ambito lavorativo.

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Misurare i contatti virtuali per capire se funzionano

Le distanze sociali raccomandate dal punto di vista medico per rallentare la diffusione della pandemia, insieme alle pratiche igieniche, sono fondamentali per la nostra salute fisica. Ma dobbiamo anche riconoscere gli effetti negativi di tale distanziamento sociale sulla salute mentale, sulla fiducia e sulla solidarietà all’interno delle varie organizzazioni di lavoro.

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Festeggiamo gli introversi!

Keith Sawyer

Chiediamo scusa a tutti gli introversi per non aver segnalato che il 2 gennaio era la Giornata Mondiale dell’Introverso. E’ stata celebrata per la prima volta nel 2011 e in Italia è passata quasi inosservata anche perché il nostro popolo ha fama di essere composto in maggioranza di persone estroverse. Ma questo non è assolutamente vero. E’ che gli introversi, per il loro carattere, non sono i tipi da mettersi in mostra e preferiscono stare dietro le quinte.

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Le differenze tra introversi ed estroversi: vi ritrovate?

Gli introversi tendono a: Gli estroversi tendono a:
avere una forte carica interiore ma a sentirsi condizionati dalle persone ricavare una forte carica dall’interazione con le persone
avere un ‘sé interiore’ e un ‘sé esteriore’, quella che si può definire personalità multistrato avere una personalità a un solo livello; si comportano allo stesso modo in pubblico e in privato
avere bisogno di una certa privacy essere aperti e fiduciosi
formulare mentalmente il loro pensiero, prima di parlare pensare ad alta voce
non amare essere al centro dell’attenzione avere piacere ad essere al centro dell’attenzione
imparare osservando piuttosto che facendo imparare facendo
essere a disagio con i cambiamenti sentirsi a proprio agio rapidamente nelle nuove situazioni
avere qualche amico molto intimo, piuttosto che un’ampia cerchia di amicizie occasionali fare amicizia facilmente e avere un sacco di amici
avere una grande capacità di concentrazione essere facilmente distratti
essere riflessivi essere impulsivi
non amare essere inseriti in grandi gruppi e, nel caso, assumere un atteggiamento defilato e poco partecipativo trovarsi a loro agio nei grandi gruppi e pronti ad assumersi dei rischi

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Il leader introverso: una grande risorsa

Molti studiosi hanno smentito l’idea che per diventare leader di successo occorra essere per forza estroversi. Si veda, ad esempio, la nuova edizione del libro di Jennifer B. Kahnweiler, “The Introverted Leader”. L’autrice, a un certo punto, afferma: “Con i grandi problemi che le organizzazioni devono affrontare ogni giorno, sarebbe un errore non riconoscere né utilizzare le risorse di metà della popolazione, che manifesta caratteristiche di introversione, valorizzando adeguatamente le enormi potenzialità di cui queste persone possono disporre”.

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