Chi ha la responsabilità di guidare i propri collaboratori (che noi definiamo per brevità leader) deve essere sempre disposto e pronto a parlare con loro. Questo è un dato di fatto. Purtroppo, se chi ha questo compito è un introverso la cosa può risultare più difficile perché da parte di quest’ultimo c’è maggiore riluttanza a esprimersi.
Introversione
Gli introversi e i gruppi di lavoro: importanti, ma da usare con attenzione

Oggi sembra che nelle aziende non si possa fare a meno dei gruppi di lavoro. Un team ben affiatato (questo in genere è l’aspetto più difficile da ottenere) appare la soluzione migliore per raggiungere ottime performances aziendali nell’ambito della creatività e produttività. Ma chi l’ha detto che le persone per essere più efficaci ed efficienti debbano lavorare in gruppo?
Gli introversi in un mondo di gente che continua a blaterare. Introversione non è timidezza

Susan Cain ha studiato a fondo il comportamento degli introversi e sul tema ha realizzato nel 2010 il libro “Quiet Power: The Power of Introverts in a World that Can’t Stop Talking” (il potere degli introversi in un mondo che non riesce a smettere di parlare) più volte ripubblicato e che ha avuto un notevole successo. In una recente intervista, l’autrice ha approfondito altri temi che riguardano queste persone in ambito lavorativo.
La comunicazione asincrona nello smart working
Il lavoro da remoto non sarà una moda passeggera. E questo renderà necessario cambiare le modalità di comunicazione.
Misurare i contatti virtuali per capire se funzionano
Le distanze sociali raccomandate dal punto di vista medico per rallentare la diffusione della pandemia, insieme alle pratiche igieniche, sono fondamentali per la nostra salute fisica. Ma dobbiamo anche riconoscere gli effetti negativi di tale distanziamento sociale sulla salute mentale, sulla fiducia e sulla solidarietà all’interno delle varie organizzazioni di lavoro.
Cos’è la solitudine. Causa o effetto della personalità?
Una giovane psicologa e ricercatrice tedesca che opera presso la Ruhr University di Bochum, Susanne Bücker, ha studiato la natura e lo sviluppo della solitudine ed è arrivata a conclusioni interessanti.
Festeggiamo gli introversi!

Chiediamo scusa a tutti gli introversi per non aver segnalato che il 2 gennaio era la Giornata Mondiale dell’Introverso. E’ stata celebrata per la prima volta nel 2011 e in Italia è passata quasi inosservata anche perché il nostro popolo ha fama di essere composto in maggioranza di persone estroverse. Ma questo non è assolutamente vero. E’ che gli introversi, per il loro carattere, non sono i tipi da mettersi in mostra e preferiscono stare dietro le quinte.
Le differenze tra introversi ed estroversi: vi ritrovate?
Gli introversi tendono a: | Gli estroversi tendono a: |
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avere una forte carica interiore ma a sentirsi condizionati dalle persone | ricavare una forte carica dall’interazione con le persone |
avere un ‘sé interiore’ e un ‘sé esteriore’, quella che si può definire personalità multistrato | avere una personalità a un solo livello; si comportano allo stesso modo in pubblico e in privato |
avere bisogno di una certa privacy | essere aperti e fiduciosi |
formulare mentalmente il loro pensiero, prima di parlare | pensare ad alta voce |
non amare essere al centro dell’attenzione | avere piacere ad essere al centro dell’attenzione |
imparare osservando piuttosto che facendo | imparare facendo |
essere a disagio con i cambiamenti | sentirsi a proprio agio rapidamente nelle nuove situazioni |
avere qualche amico molto intimo, piuttosto che un’ampia cerchia di amicizie occasionali | fare amicizia facilmente e avere un sacco di amici |
avere una grande capacità di concentrazione | essere facilmente distratti |
essere riflessivi | essere impulsivi |
non amare essere inseriti in grandi gruppi e, nel caso, assumere un atteggiamento defilato e poco partecipativo | trovarsi a loro agio nei grandi gruppi e pronti ad assumersi dei rischi |
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Sei un introverso? Potresti essere un genio
Una delle accuse che spesso si fanno agli introversi è quella di essere sempre troppo assorti nei loro pensieri, con la mente rivolta altrove, un po’ distratti, poco presenti. Vi riconoscente in questa descrizione?
Il leader introverso: una grande risorsa
Molti studiosi hanno smentito l’idea che per diventare leader di successo occorra essere per forza estroversi. Si veda, ad esempio, la nuova edizione del libro di Jennifer B. Kahnweiler, “The Introverted Leader”. L’autrice, a un certo punto, afferma: “Con i grandi problemi che le organizzazioni devono affrontare ogni giorno, sarebbe un errore non riconoscere né utilizzare le risorse di metà della popolazione, che manifesta caratteristiche di introversione, valorizzando adeguatamente le enormi potenzialità di cui queste persone possono disporre”.