
Come sappiamo, il Ministero dell’istruzione, con l’avvento del nuovo governo, è diventato Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’aggiunta di quella parola “merito” è importante ma bisogna chiarire cosa si intende per merito.
La meritocrazia è il principale tentativo di legittimazione etica della disuguaglianza. Da un intervento di Luigino Bruni su Avvenire del 23 ottobre 2022.
Stabilire come e dove si possa applicare la meritocrazia e, soprattutto se sia necessario farlo, non è cosa facile. Da un certo punto di vista, anche le imprese e i mercati non sono ambienti meritocratici, come sostiene il prof. Luigino Bruni (Università Lumsa), perché le scelte avvengono sulla base di informazioni ex ante mentre i risultati dipendono in buona parte da eventi ex post imprevisti e imprevedibili.
Segnaliamo un brano tratto dal libro di Ugo Rossi “Territori: l’autogoverno locale che fa bene al Paese”. Pensiamo che sia nostro compito espungere, laddove li troviamo, argomenti che facciano luce, senza troppi giri di parole sui problemi del nostro Paese, che, gira e rigira, sono risaputi: scarsa trasparenza, eccessiva burocrazia, basso livello etico, sistema giudiziario poco efficiente.
Molti parlano del fatto che sia fondamentale introdurre nelle aziende criteri legati al merito per selezionare o valutare l’attività dei collaboratori. Giusto! Qualcuno l’ha già fatto. Altri ci provano con alterni risultati. Però, anche per sgombrare il campo da dubbi o perplessità su come procedere, la strada giusta è cominciare a capire se le aziende sono meritocratiche proprio dal vertice.