Gli occhi sono la finestra della nostra mente

Gli occhi sono lo specchio dell’anima? Non è detto. Quello che alcuni scienziati hanno scoperto e stanno approfondendo con i loro studi è che gli occhi potrebbero essere una finestra della nostra mente e da come si muovono è possibile compiere scoperte molto interessanti sul modo in cui pensiamo e, soprattutto, prendiamo delle decisioni.

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Imparare a controllare le emozioni

Marlene Chism

Nel mondo del lavoro si parla sempre più di emozioni che condizionano i nostri comportamenti e le nostre decisioni. Ci sono, naturalmente, diversi tipi di emozioni. Quelle più forti rischiano di far deragliare il comportamento anche del leader più sicuro di sé. Parliamo di quando ci sentiamo in balia della rabbia, del risentimento e reagiamo di conseguenza senza valutare opportunamente gli effetti di tale reazione. O pentendosene a cose fatte e ripromettendosi di non ricaderci mai più.

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Cosa è più importante, felicità o successo?

Daniel Gilbert

Secondo lo psicologo Daniel Gilbert, che è professore di psicologia ad Harvard, la felicità è l’obiettivo finale di praticamente tutte le decisioni che prendiamo nella vita (Gilbert, 2010). Gilbert suggerisce che la misura di una buona decisione dipende dal fatto che tale decisione ci porti piacere, un senso di benessere, cioè felicità o soddisfazione.

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Il ruolo del leader in un mondo di incertezze

Abbiamo un po’ tutti l’impressione che il mondo stia cambiando più rapidamente rispetto alla nostra capacità di adattamento. Mentre sembra si sia ridotta la tensione della pandemia, che ha inciso non poco in questi ultimi due anni, con interruzioni o rallentamenti nelle attività aziendali e commerciali, si fanno avanti altri, altrettanto preoccupanti, problemi legati alle ripercussioni di una guerra ai confini dell’Europa.

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La torcia, il riflettore e il giocoliere

Quando viene a mancare l’attenzione, diamo la colpa alla vita frenetica e stressante che facciamo, ai tempi sempre più convulsi del nostro lavoro, che ci allontana dagli obiettivi che abbiamo in mente e fa calare sempre di più la nostra concentrazione. E’ un processo molto pericoloso della cui gravità ci rendiamo conto, spesso in maniera drammatica, solo quando gli errori che facciamo aumentano, e l’attività che svolgiamo ci pesa sempre di più.

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Tattleware: troppo controllo fa male

Non sono molte le persone che sanno cosa si intende per “tattleware”. In realtà, è una definizione molto semplice: si tratta di tutti quei sistemi utilizzati dalle aziende per monitorare i comportamenti dei propri collaboratori, in particolare quelli che lavorano da remoto. Sono tutti escamotage che si sono sviluppati in parallelo con l’adozione dello smart working a cui si è dovuti ricorrere a causa della pandemia.

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Fare i complimenti è bello quanto riceverli

Cosa c’è di più piacevole che ricevere dei complimenti per qualcosa di buono e di bello che abbiamo fatto? E’ una soddisfazione che riempie il cuore, sempre ma soprattutto se si tratta di elogi sinceri e se chi ce li fa è una persona che stimiamo.

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Lavoro in presenza e lavoro a distanza. Risvolti psicologici

Attualmente, a fronte dell’aumento dei casi di pandemia, vi sono posizioni diverse riguardo al ricorso allo smart working. C’è chi lo vorrebbe ridurre (particolarmente nella Pubblica Amministrazione) e chi invece ritiene sia necessario continuare a ricorrervi, anzi ampliandolo, considerando positive le esperienze del passato, anche in relazione all’esigenza di tutela della salute collettiva.

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Giocate con noi

Il gioco è destinato a chi conosce, almeno un po’, la lingua inglese. Ma è interessante perché fa capire come nella lettura svolga un ruolo importante non solo la vista ma anche altri sensi, in questo caso l’udito. (Anche se la frase viene pronunciata solo mentalmente).

Qui sotto, troverete una frase che dovrete leggere e contemporaneamente contare il numero delle “f” che vi sono presenti.

“Finished files are the result of years of scientific study combined with the experience of years.”

Quante ne avete trovate? La maggior parte delle persone dice tre.

Come mai? Spesso non elaboriamo correttamente la parola “of” per due motivi. Innanzitutto, la lettera f di solito emette il suono “f”, come in “fox”. Tuttavia, nella parola “of”, emette un suono “v”.

In secondo luogo, probabilmente, avete letto la parola “of” così tante volte nella vostra vita che la elaborate come un sintagma unico rispetto al soggetto a cui si riferisce, trascurando la seconda lettera/suono.

L’illusione ottica fa capire che bisogna rispettare chi ha idee diverse dalle nostre

Sotto abbiamo riportato un disegno. Uno dei soliti disegni che propongono delle illusioni ottiche. Dovreste essere in grado di percepire due immagini diverse (ma probabilmente non contemporaneamente).

L’immagine proposta è un esempio di un’illusione ambigua: un’immagine o un oggetto che richiede il passaggio percettivo tra le interpretazioni alternative di figura in primo piano e sullo sfondo. E anche se è possibile passare avanti e indietro per vedere un’immagine o l’altra, nessuno riuscirà a vedere entrambe le immagini allo stesso tempo.

La nostra percezione visiva è creata dall’interpretazione del nostro cervello nella corteccia cerebrale delle informazioni visive che entrano attraverso il percorso visivo. La nostra mente è attivamente coinvolta nell’interpretazione dell’input percettivo, piuttosto che registrarlo passivamente, oggettivamente…

Questo concetto non va mai dimenticato, soprattutto quando ci troveremo di fronte a un forte disaccordo con qualcuno. Potremmo essere entrambi di fronte alla stessa identica realtà, ma “vederla” in modi diversi!

La risposta al nostro quiz visivo è: Il volto di un capo indiano o un eschimese che cammina visto da dietro.

Ogni tanto chiediamoci: ma ho proprio ragione?

Nessuno di noi pensa che le nostre convinzioni e atteggiamenti non siano corretti; se lo facessimo, ovviamente non manterremmo quelle convinzioni e atteggiamenti. Eppure, nonostante la nostra sensazione che di solito abbiamo ragione, dobbiamo accettare che le nostre opinioni a volte possano rivelarsi sbagliate. Questo tipo di umiltà non è semplicemente virtuosa: la ricerca suggerisce che si traduce in decisioni, relazioni e risultati migliori. Quindi, la prossima volta che ti senti sicuro di qualcosa, potresti fermarti e chiederti: posso sbagliarmi?