Negli ultimi mesi milioni di persone in tutto il mondo hanno dovuto affrontare malattia, morte e difficoltà economiche a causa della pandemia. Ora più che mai, sia nelle relazioni personali sia nelle reti professionali nessuno riesce più a sopportare atteggiamenti di falsa sincerità.
Pandemia
Stefano Bartolini (Università di Siena): “I limiti della classe dirigente italiana: l’università ha le sue colpe” (Seconda parte)
Il prof. Stefano Bartolini, docente di Economia presso l’Università di Siena, autore del libro “Manifesto per la felicità. Come passare dalla società del ben-essere a quella del ben-avere”, risponde alle nostre domande, affrontando anche il tema del lavoro da remoto e segnalandone alcuni aspetti positivi.
Scopriamo cos’è l’apofenia. Ci aiuterà in questi momenti di caos
Viviamo in una società in cui l’unica certezza è l’incertezza e l’unica costante il cambiamento. L’incertezza è il risultato del sentimento di ignoranza (impossibilità di sapere quello che accadrà) e di impotenza (impossibilità di evitare ciò che accadrà), oltre alla paura – particolarmente forte in questo periodo di pandemia – per le conseguenze che tutto ciò potrà avere su di noi, sul nostro comportamento e sulla nostra visione del futuro.
Consumismo: parlarne male si può?

Abbiamo molto apprezzato un bell’articolo, intitolato “La pandemia consumistica” scritto da Aldo Berlinguer, docente presso l’Università di Cagliari e apparso il 28 luglio scorso ne “Il Sole 24 Ore”. La paura del Covid ha frenato almeno inizialmente la spinta consumistica, sembra infatti che gli italiani in questi ultimi tempi stiano risparmiando di più. L’incertezza del futuro dovuto alla pandemia ha avuto un ruolo importante. (Nei quattro mesi della pandemia, i risparmi degli italiani avrebbero raggiunto la cifra record di 7,3 trilioni di euro).
Come è fragile la comunicazione ai tempi del Covid!
Dopo la pandemia la comunicazione è diventata più difficile. I leader devono saper comunicare sempre di più e sempre meglio, eliminando quanta più ambiguità possibile nei loro scambi con i collaboratori, a cominciare dalle e-mail, per le quale i destinatari non hanno la possibilità di ascoltare quale sia il tono del mittente.
La nuova normalità dopo la pandemia
Da qualche tempo, si parla di fase 2 per il Covid-19. Quasi tutti pensano di esserci arrivati. Ma la fase 1 – quella dello shock iniziale, dell’emergenza, delle decisioni prese al volo e “senza rete” – non possiamo dire purtroppo che si sia davvero conclusa per tutte le aziende.
Lavoro a distanza: non son tutte rose e fiori
In questo periodo di pandemia il cosiddetto smart working è sembrata la soluzione che ha avuto più successo. Forse, però, sarebbe il caso di ripensarci, anche tenendo conto delle ricadute non sempre positive, in particolare sulle donne.
La crisi spinge le imprese verso obiettivi di utilità pubblica e sociale
La pandemia ha fatto scattare una mentalità diversa, quella della “scarsità”. Cioè ha sviluppato nei vertici delle aziende e nei dipendenti delle abilità nuove che partono dal bisogno di semplificare e riutilizzare in modo ingegnoso e creativo i prodotti e le risorse già esistenti, modificando, se è il caso, le stesse finalità produttive originarie, per raggiungere obiettivi di utilità pubblica e sociale più urgenti e più importanti.
Stefano Zamagni (3): vaccini, sviluppo umano integrale e speranza
Ecco la terza e ultima parte dell’intervento del professor Stefano Zamagni. Chi volesse consultare il testo integrale può farlo cliccando direttamente qui.
Stefano Zamagni (2): i 5 punti qualificanti di un progetto trasformativo
Ecco la seconda parte dell’intervento del professor Stefano Zamagni. Chi volesse consultare il testo integrale può farlo cliccando direttamente qui.
Quali sono i punti qualificanti di un progetto trasformativo?
Ne indico cinque, non certo perché siano gli unici, ma perché ritengo siano quelli più urgenti. Comincio dalla deburocratizzazione.