“Ne parlerò al suo capo!” Non funziona sempre in burocrazia

Non ce ne vorrà, speriamo, il prof. Luigino Bruni, se utilizziamo un suo recente intervento sul quotidiano “Avvenire”, che ha un ben altro spessore cultural-teologico, per confermare un errore che spesso facciamo quando – volendo ottenere ascolto o pensando che un nostro reclamo abbia più efficacia – diciamo all’impiegato di una società o di un ente che ci sta di fronte, anche per intimorirlo: “Mi rivolgerò al suo superiore!”. Se poi lo facciamo sul serio, nella maggioranza dei casi non otterremo nulla. Ci spiega perché lo stesso prof. Bruni.

Continua a leggere

Come vengono scelti i manager che dovranno occupare posizioni di comando?

Bisogna essere sinceri e ammettere con molto realismo che “il potere riproduce se stesso”. Chi deve operare una scelta è molto probabile che preferisca una persona che le assomigli in qualche modo, che abbia caratteristiche simili, piuttosto che diverse. Esistono meccanismi, anche inconsci, di attrazione e repulsione, che operano sotto diversi aspetti: estetico, etico, funzionale.

Continua a leggere

Per sapere chi minaccia l’ordine sociale guardiamo in alto!

Zygmunt Bauman

Una volta era la “ribellione delle masse” che minacciava l’ordine sociale e le tradizioni di civiltà della cultura occidentale. Ai nostri tempi, invece, la minaccia principale sembra venire da chi si trova al vertice della gerarchia sociale, non dalle masse. Zygmunt Bauman conferma questa idea:

Continua a leggere

Bullshit jobs. Lavori che non servono a nulla

Yuval Noah Harari

Lo storico Yuval Noah Harari sostiene che “La nostra vita non ha copioni, drammaturghi, registi o impresari – e non ha un senso”. La colpa è della modernità che rifiuta la visione finalistica, straccia il copione e rivendica potere e autonomia. In questo modo, però, sparisce anche quel contesto comune di riferimento, che era una bussola per dare senso all’esistenza.

Continua a leggere

La democrazia oltre la demagogia e la propaganda

La democrazia è una forma di gestione dello Stato che è stata inventata dagli Ateniesi. Ma a quella democrazia non partecipavano tutti. Erano esclusi, come sappiamo, donne e schiavi. La Dichiarazione di indipendenza americana che sanciva pomposamente che “tutti gli uomini sono creati uguali” non valeva né per le donne, né per gli africani tratti in schiavitù, né per le popolazioni indigene.

Continua a leggere

Clean Power. Il principio di reciprocità: c’è l’energia pulita? Allora deve anche esserci il potere “pulito”

Alcuni ricercatori hanno scoperto che chi usa il potere con meccanismi machiavellici (scusa, Niccolò, se uso l’aggettivo che proviene dal tuo cognome in modo negativo), cioè manipolazioni, pettegolezzi, ecc. vengono rapidamente identificati e isolati e in breve tempo perdono il loro potere. Chi, al contrario, usa il potere in modo più attento, premuroso ed estroverso, ha molte più possibilità di conservarlo.

Continua a leggere

Approfittane! Se non lo fai tu, lo farà un altro!

Quali sono le tentazioni, qual è “il veleno delle passioni” in cui si radica il male? Il potere, il possesso. Da queste seducenti attrattive parte l’azione maligna dell’uomo. L’uomo cede quando sente dentro di sé questo messaggio, subdolo ma da cui è difficile difendersi: “Sfrutta la tua posizione per soddisfare i tuoi bisogni personali e accrescere il tuo potere. Non lasciar perdere l’opportunità, l’occasione, pensa al tuo profitto”.

Continua a leggere

Gli intrecci tra potere e sapere in funzione di profitto

Jean Soldini, Il cuore dell’essere, la grazia delle attrazioni. Tentativi di postantropocentrismo, Mimesis Edizioni, 30€

Dalla prefazione al libro in oggetto di Roberto Diodato, stralciamo alcuni brani significativi.

“…la costituzione stessa della forma d’epoca contemporanea, effetto di trame storico-culturali particolarmente complesse (…) ha prodotto un semplice risultato: siamo diventati una specie nuova, almeno per quanto oggi è di massa: l’uomo consumatore, e come tale abbiamo depredato senza remore l’ambiente e sfruttato senza pietà i più deboli, cercando in tutti i modi, spesso raffinati e intelligenti, di rimuovere e anestetizzare il nostro senso di colpa.”

Tra gioia effimera e insoddisfazione felice

Jean Soldini

“Concentrati su noi stessi, sui nostri desideri, abbiamo ridotto il nostro personale sentire, sentire noi stessi, il mondo, gli altri, a non essere altro che la ripetizione del già sentito, di un immaginare, gustare, provare emozioni e sentimenti costruito altrove da dispositivi potenti, da pervasivi intrecci tra sapere e potere che hanno come obiettivo fondamentale il profitto, e il potere in funzione del profitto, per raggiungere il quale producono in noi una gioia insieme costante ed effimera, una perenne insoddisfazione felice.”

Riflettiamo su una frase molto importante di Francis Scott Fitzgerald, “essere capaci di vedere che le cose sono senza speranza, e tuttavia essere decisi a cambiarle”.