Abbattere i dogmi dell’ingiustizia

Angus Deaton

Ci sono alcune idee che, nonostante tutto quello che accade nel mondo, sopravvivono. Sono idee che spesso diventano dogmi, cioè verità che non si devono mettere in discussione. Invece, sarebbe opportuno farlo.

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Che brave persone i super-ricchi! E come sono generosi!

La povertà non è una banale questione di soldi. Ma di politiche sbagliate che si fanno nel mondo, di un sistema che produce disuguaglianze assurde, considerato che l’1% della popolazione mondiale possiede ormai la metà della ricchezza del pianeta.

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💡 La povertà nel mondo si è ridotta?

Ci sono regole economiche che sono risultate efficaci per la crescita, ma non altrettanto per lo sviluppo umano integrale. È aumentata la ricchezza, ma senza equità, e così ciò che accade è che «nascono nuove povertà».

Quando si dice che il mondo moderno ha ridotto la povertà, lo si fa misurandola con criteri di altre epoche non paragonabili con la realtà attuale. Infatti, in altri tempi, per esempio, non avere accesso all’energia elettrica non era considerato un segno di povertà e non era motivo di grave disagio. La povertà si analizza e si intende sempre nel contesto delle possibilità reali di un momento storico concreto”.

La dignità umana è rispettata?

Ma «osservando con attenzione le nostre società contemporanee, si riscontrano numerose contraddizioni che inducono a chiederci se davvero l’eguale dignità di tutti gli esseri umani, solennemente proclamata anni or sono, sia riconosciuta, rispettata, protetta e promossa in ogni circostanza. Persistono oggi nel mondo numerose forme di ingiustizia, nutrite da visioni antropologiche riduttive e da un modello economico fondato sul profitto, che non esita a sfruttare, a scartare e perfino ad uccidere l’uomo. Mentre una parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati».

Guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali o religiosi, e tanti soprusi contro la dignità umana vengono giudicati in modi diversi a seconda che convengano o meno a determinati interessi, essenzialmente economici. Ciò che è vero quando conviene a un potente, cessa di esserlo quando non è nel suo interesse.

Giangiuseppe Pili. Per capire il liberalismo

Crediamo che sia opportuno ospitare anche idee che possono in qualche modo confliggere con quelle che il nostro blog presenta spesso. Anzi. Riteniamo che questo dovrebbe essere il primo compito di chi svolge una funzione comunicativa, per quanto limitata come la nostra.

Abbiamo bisogno di sentire altre campane. Abbiamo bisogno di essere contraddetti. Dobbiamo sempre rimetterci in discussione senza sovrastimare le nostre idee, senza sospettare che chi avanza idee che sono diverse dalle nostre, sia contro di noi. Al contrario: ci offre una bella occasione per riflettere senza pregiudizi e con mente libera su alcuni temi politici importanti. Non sprechiamola.

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Mobilità sociale: quasi una favola…

La famiglia Trump

Chi crede nel capitalismo e nella libera iniziativa è convinto, in buona fede (?!), che una persona può avere successo e diventare ricco grazie alle proprie capacità: perché è intelligente, innovativo, lavora sodo, sa esprimere le proprie doti nel modo migliore ed è in grado di sfruttare al massimo le opportunità che gli si presentano.

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L’1% della popolazione più ricca destabilizza la società

Il nuovo libro di Sebastian OstritschHegel. Der Weltphilosoph”, il filosofo mondiale, è interessante perché, tra gli altri temi, affronta quello della disuguaglianza non soffermandosi esclusivamente sull’aspetto economico.

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Il coronavirus potrà ridurre le disuguaglianze? Attenti all’effetto San Matteo

Franklin Delano Roosevelt

Walter Scheidel della Stanford University ha scritto il libro “La grande livellatrice: Violenza e disuguaglianza dalla preistoria a oggi” – Mulino editore, 2019 – nel quale svolge una attenta indagine sull’intero arco della storia umana, arrivando a un risultato sconvolgente e cioè che ci sono solo quattro cose che possono ridurre la disuguaglianza tra le persone:

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L’invidia più dolorosa: l’aporofobia

Secondo il padre gesuita Giovanni Cucciil crescente individualismo rappresenta oggi la minaccia più grave alla qualità della vita proprio perché, erodendo il capitale sociale, genera sfiducia, spinge le persone a ripiegarsi su di sé, accrescendo il senso di malessere e di solitudine” e “accentuando abitudini di­struttive”. Tra queste cresce sempre di più l’invidia che però va assumendo forme diverse, come vedremo.

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Non sei ricco? E’ colpa tua, sei troppo pigro!

Segnaliamo con piacere un bell’articolo di Jessica Wildfire su “Medium Daily Digest” dal titolo “You’re lazy, that’s what’s the matter” (Sei pigro, questo è il problema), che con ironia e sarcasmo analizza un atteggiamento, che si sta diffondendo anche nel nostro Paese, di colpevolizzazione nei confronti di coloro (la maggioranza) che non riescono ad avere successo o a fare soldi.

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La ricchezza è una benedizione divina?

La globalizzazione, la rivoluzione tecnologica, la transizione verso l’economia dei servizi hanno fatto crescere la disuguaglianza: è aumentata la quota di reddito percepita dall’1% più ricco della popolazione e, nel contempo, è salito il rischio di povertà ed esclusione sociale, che tocca ormai anche la classe media.

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