Si parla sempre più spesso di fattori di stress in ambito lavorativo legandoli a problemi riguardanti la pandemia. Alcuni fatti sono collegabili direttamente a questo evento che destabilizza un po’ tutti, quali: l’aumento del carico del lavoro, le condizioni operative più difficili dovute anche all’applicazione delle norme precauzionali e di tutela previste dal Covid, l’incertezza per la carenza o la mancanza di informazioni e, più in generale, il clima di tensione e paura che avvolge il futuro della propria attività.
Salute
Prendetevi una pausa, tirate il fiato
Vogliamo seguire il suggerimento di Rebecca Muller, giornalista che collabora al Thrive Global, che ha scritto un articoletto su come gestire lo stress durante la pandemia. Non svela grandi segreti, si limita a suggerire di fare ogni tanto qualche pausa. In altre parole, tirare un po’ il fiato. D’altra parte, fare un lungo respiro fa bene, serve a “liberarsi” da una sensazione connessa al disagio, anche solo psicosomatico, che proviamo, per la “costrizione” nella quale ci ha fatto finire la pandemia.
Misurare i contatti virtuali per capire se funzionano
Le distanze sociali raccomandate dal punto di vista medico per rallentare la diffusione della pandemia, insieme alle pratiche igieniche, sono fondamentali per la nostra salute fisica. Ma dobbiamo anche riconoscere gli effetti negativi di tale distanziamento sociale sulla salute mentale, sulla fiducia e sulla solidarietà all’interno delle varie organizzazioni di lavoro.
Rimuoviamo i leader “tossici” per eliminare il burnout in azienda
Sappiamo quanto possa essere dannoso un capo che si comporta male con i propri collaboratori e come questi ultimi vivano situazioni difficili che hanno ripercussioni sulle loro condizioni fisiche e mentali.
Allegri! La vecchiaia è finita! (1)
E’ purtroppo vero quello che diceva John Maynard Keynes, quando sosteneva che “Nel lungo periodo saremo tutti morti”. Ma se il periodo che riguarda la vecchiaia tende a diventare sempre più lungo, forse ha ragione Nicola Palmarini, quando nel suo saggio “Immortali”, cerca di ribaltare il paradigma sull’invecchiamento inteso come una minaccia e lo descrive, invece, come una grande opportunità di cambiamento sociale ed economico.