Un recente libro di Gianbattista Rosa, intitolato “Active Ageing in azienda”, HR Innovation-AIDP, Franco Angeli Editore, €17 – riflette sul quesito posto nel titolo e offre alcuni suggerimenti per trasformare i lavoratori senior da problema a opportunità.
Quanto incide l’età sulla performance lavorativa? Capo vecchio “fa buon brodo” o è una minaccia per la salute dell’azienda?

In una ricerca effettuata da Susanne Scheibe, la studiosa è convinta che non è possibile comprendere appieno i problemi di invecchiamento sul posto di lavoro senza considerare le emozioni. L’attenzione all’età e alle emozioni offre una sguardo più approfondito e una comprensione più raffinata dei punti di forza legati all’età dei dipendenti, ma anche alle loro vulnerabilità, e alle loro condizioni personali e situazionali.
In primo luogo, i meccanismi biologici possono innescare cambiamenti nel modo in cui le emozioni vengono generate, elaborate e regolate man mano che le persone invecchiano.
I cambiamenti fisiologici con l’età alterano il processo di generazione delle emozioni. In particolare, con l’invecchiamento del corpo, il sistema nervoso autonomo diventa tipicamente più lento e meno flessibile, il che può diminuire il livello di eccitazione fisiologica e successivamente l’intensità delle emozioni che gli anziani sperimentano quando incontrano stimoli moderatamente eccitanti.
Questo può essere un vantaggio in molte situazioni quotidiane sul lavoro, poiché gli eventi negativi possono innescare emozioni e minacciare il benessere dei dipendenti più anziani meno di quanto non sia nel caso dei dipendenti più giovani.
D’altra parte, una ridotta flessibilità fisiologica può ritorcersi contro in situazioni di eccitazione emotiva elevata o cronica, poiché gli individui più anziani potrebbero aver bisogno di più tempo per riprendersi. I cambiamenti biologici nel cervello sono anche alla base del declino cognitivo correlato all’età, come, nella memoria di lavoro.
Dal libro sopra citato estrapoliamo, sintetizzandole, alcune differenze tra giovani e anziani in azienda in relazione ai ruoli professionali e manageriali.
Skill/attitudini | junior | senior |
---|---|---|
Orientamento al risultato | Poche differenze | Poche differenze |
Orientamento al cambiamento | Sono più trasformativi, più propensi al rischio e alle innovazioni | Meno propensi al rischio e alle trasformazioni |
Orientamento alle relazioni | Aspetti contraddittori Più abili nelle fasi di recognition |
Aspetti contraddittori Più abili nelle fasi della understanding e regulation |
Delega | Meno propensi alla delega, contrariamente a quanto si può pensare | Più propensi alla delega ma anche al “passive management” |
Capacità decisionale | Più rapidi nelle decisioni | Meno rapidi nelle decisioni, però più affidabili nel valutarle |
Positività | Sensibili ai segnali negativi e pronti a reagire | Più portati a respingere le negatività ma meno adatti ad affrontare situazioni di disagio |
Aggressività | Più portati a comportamenti aggressivi | Meno aggressivi e con capacità di reggere meglio lo stress |
Una risposta a "Anziani in azienda: un peso o una risorsa?"