Attenti al recentismo. Gli effetti deleteri sul ricordo

Cos’è il recentismo? E’ la tendenza a ricordare meglio le informazioni più recenti rispetto a quelle di più vecchia data. E’ quello che si chiama anche “effetto della posizione seriale”, scoperto dallo psicologo Hermann Ebbinghaus.

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Come colleghiamo i ricordi. Il Paradosso Baker-baker

Il professore di fisica di Harvard John Edward Huth sostiene che l’uso ormai pervasivo di Internet può avere un effetto non solo sulla nostra memoria ma anche sul significato di quello che pensiamo. Ha spiegato che fare eccessivo affidamento sulla tecnologia ha la tendenza a incoraggiarci a isolare le informazioni senza inserirle in uno schema cognitivo più ampio.

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Perché rinunciamo ad usare la memoria?

Il nostro cervello si è evoluto per essere efficiente con i ricordi e non per ricordare tutto quello che viviamo. Altrimenti finiremmo per impazzire. Archiviamo parti importanti di eventi, cose di cui potremmo aver bisogno o fatti più importanti di altri. Tutto ciò che non è importante scompare, non viene memorizzato. Durante la notte la corteccia se ne libera, rimuovendo tutto ciò che non è etichettato per essere conservato.

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La responsabilità: perché facciamo fatica ad assumercela?

Quando c’è senso di responsabilità il senso di colpa diminuisce

Destino, fortuna: se crediamo che siano solo questi gli elementi che determinano il successo nella vita di una persona, forse non siamo sufficientemente motivati. Crediamo che ciò che stiamo facendo (il lavoro prima di tutto) sia l’effetto delle condizioni che ci sono state imposte dall’esterno (decisioni di altri, circostanze, caso, ecc.) e che abbiamo dovuto subire passivamente.

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2021: Per cominciare bene, usiamo le parole giuste. Qualcosa da non dire più e qualcosa da dire più spesso

Chi è Karen Mangia? Una donna dinamica, brillante e ottimista. E’ vice presidente del settore Customer and Market Insight presso Salesforce e autrice di un recente libro che si intitola “Working from home” (Lavorare da casa), quanto mai attuale in questo periodo.

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Dalla compassione al riconoscimento dell’ingiustizia

Didier Fassin

L’aspetto esclusivamente chimico/biologico che abbiamo visto nel precedente articolo, non basta per valutare un essere umano. Ci sono altre componenti che non vanno trascurate ma di cui spesso non teniamo conto.

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Quanto vale un essere umano

Benedict Cumberbatch

C’è chi ha calcolato quanto vale il corpo di un essere umano, considerando esclusivamente i componenti chimici di cui è fatto. Si tratta della Royal Society of Chemistry nel 2013. Nell’ambito del Cambridge Science Festival 2013, ha calcolato quanto sarebbe costato assemblare tutti gli elementi necessari per costruire un prototipo di uomo, simile all’attore britannico Benedict Cumberbatch.

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Guai alla conoscenza fine a sé stessa

Mi piace riportare una frase di Georges Canguilhem (1904-1995) che ben si adatta al comportamento di tutti coloro che fanno sfoggio di cultura, ma che alla fine non ci dicono nulla di utile per dare un senso vero alla nostra vita, per comprenderne il valore, per cercare di migliorare noi stessi e il mondo che ci sta intorno:

Sapere per sapere non è per nulla più sensato che mangiare per mangiare, uccidere per uccidere o ridere per ridere; si tratta, infatti, a un tempo, di un’ammissione che anche il sapere deve avere un senso e di un rifiuto di trovare ad esso un senso diverso da lui stesso”.

Nel 2021 i leader dovranno essere coraggiosi, modesti, curiosi e responsabili

Guidare un’azienda in un futuro così incerto come quello che si prospetta nel 2021 non è per i mansueti. Ma non è nemmeno per gli arroganti, i testardi o gli ipocriti. Abbiamo bisogno di gente coraggiosa, ma abbiamo anche bisogno di persone modeste, curiose e responsabili. I leader dovranno impegnarsi non solo nell’ambito delle aziende che guidano ma anche nella salute, felicità e prosperità del pianeta e di coloro che lo abitano. Il lavoro dei leader, in un mondo così segnato da sconvolgimenti e minacce, non sarà mai più difficile né più importante di quello che ci aspetta in futuro. Spero che tutti i leader sapranno affrontare questa sfida.

Paul Michelman è redattore capo di MIT Sloan Management Review