Gli introversi e i gruppi di lavoro: importanti, ma da usare con attenzione

Adrian Furnham

Oggi sembra che nelle aziende non si possa fare a meno dei gruppi di lavoro. Un team ben affiatato (questo in genere è l’aspetto più difficile da ottenere) appare la soluzione migliore per raggiungere ottime performances aziendali nell’ambito della creatività e produttività. Ma chi l’ha detto che le persone per essere più efficaci ed efficienti debbano lavorare in gruppo?

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I leader devono avere una visione… infinita

Simon Sinek

Nei giochi finiti i giocatori sono noti, le regole fisse e l’obiettivo chiaro: si tratta di partite – come nel calcio o negli scacchi – dove chi vince e chi perde è facilmente individuabile. Nei giochi infiniti, invece, come il business, la politica o la vita, i giocatori vanno e vengono, le regole sono mutevoli e non c’è un obiettivo definito. Non ci sono vincitori e vinti, ma c’è solo chi va avanti e chi rimane indietro.

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Attenti al “quieto vivere”. Spunto da una mail di Susan Mazza

Quando non ci fidiamo delle persone con cui lavoriamo, può essere molto difficile essere leader. Quando manca la fiducia, cerchiamo di capire cosa vogliono “gli altri” e come possiamo agire insieme a loro senza avere troppi problemi. E siamo sempre sul “chi va là!”.

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Eccellenza nelle aziende solo se si supererà la gerarchia

Uscirà il prossimo anno un libro di Brian Strobel – consulente organizzativo in ambito pubblico e privato – intitolato “Pursuing Excellence: A Values-Based, Systems Approach to Help Companies Become More Resilient” (Perseguire l’eccellenza: un approccio sistemico, basato sui valori, per aiutare le aziende a diventare più resilienti), Editori Taylor and Francis.

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La teoria dell’”in-group”: favorire l’inclusione e il lavoro di gruppo

Le ricerche neurologiche confermano che i team composti da persone diverse tra loro per esperienza e formazione, se ben amalgamati, producono risultati maggiori di quanto non si possa ottenere con gruppi più omogenei.

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Antonio Rinetti: quanti mega manager ultra fighetti ci sono nel nostro Paese?

Abbiamo posto alcune domande ad Antonio Rinetti sul ruolo dei leader aziendali nel nostro Paese e sull’importanza della cultura in azienda. Gli abbiamo chiesto di riflettere su un certo deterioramento del clima nelle imprese e sull’importanza di mettere al centro dell’attenzione prima di tutto la crescita e il rispetto nei confronti dei collaboratori. Le sue risposte sono importanti perché scaturiscono da ultradecennali esperienze sul campo. E, soprattutto i giovani, che aspirano a ruoli di leadership, dovrebbero tenerne conto e farne tesoro.

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Possedete le caratteristiche dei leader del futuro? Rispondete alle domande

  • Siete disposti a lasciare da parte competenze ed esperienze passate?

In un’epoca di grandi e rapidi cambiamenti, fissarsi su certi principi validi per il passato, potrebbe essere assolutamente controproducente.

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La creatività nasce da un team che sa stare al “gioco”

In azienda, si parla sempre più spesso di creatività e di creativi. Mai come in questi tempi sembra indispensabile poter fare affidamento su collaboratori che portino in azienda idee nuove, che sappiano proporre soluzioni anche fuori dagli schemi. E questo succede quasi in ogni settore delle attività umane anche in quelle per così dire più conservatrici, ad esempio la politica.

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