In un’epoca in cui la nostra attenzione è spinta al limite, la capacità di concentrarsi senza distrazioni sta diventando una delle abilità più importanti.
Month: ottobre 2020
Deep Work. Massima concentrazione: tanta gratificazione!
Deep work: lavoro profondo, lavoro intenso. E’ il titolo del libro di Cal Newport, appena tradotto in Italia da Roi edizioni. Ma cosa significa lavoro profondo?
Quando il cambiamento in azienda è un “giro di vite autoritario”
Sono i leader con stile autocratico che impongono il cambiamento in un’azienda senza coinvolgere nelle decisioni coloro che lo vivranno in prima persona. In genere, sono manager esterni o che provengono da altre aziende del gruppo, inseriti ai livelli di comando per ottenere drastiche trasformazioni, ristrutturazioni, ridimensionamenti pesanti. Di solito, in gergo, si dice che sono chiamati a “tagliare i rami secchi”. Purtroppo con i rami secchi il più delle volte vengono tagliati anche quelli che danno buoni frutti.
Chi sei tu? Quello che lavora o quello che si prende il merito?
Ci sono solo due tipi di persone: quelli che fanno il lavoro e quelli che ne prendono il merito. Bisogna essere nel primo gruppo: tra l’altro è il meno affollato e con poca competizione. E’ una frase del Mahatma Gandhi che sosteneva anche che fosse necessario evitare la tentazione “di vestire le piume del pavone”. Cioè, di cadere nella lusinga del potere per il potere.
Dall’apofenia alla pareidolia: per aiutarci a lavorare meglio
Una sottospecie della apofenia è la pareidolia, un fenomeno psicologico in cui uno stimolo visivo o sonoro, vago e casuale, viene interpretato come una forma riconoscibile.
Scopriamo cos’è l’apofenia. Ci aiuterà in questi momenti di caos
Viviamo in una società in cui l’unica certezza è l’incertezza e l’unica costante il cambiamento. L’incertezza è il risultato del sentimento di ignoranza (impossibilità di sapere quello che accadrà) e di impotenza (impossibilità di evitare ciò che accadrà), oltre alla paura – particolarmente forte in questo periodo di pandemia – per le conseguenze che tutto ciò potrà avere su di noi, sul nostro comportamento e sulla nostra visione del futuro.
Perché non siamo abbastanza “serendipici”?
Perché in genere siamo tutti afflitti da “fissità funzionale”. Spieghiamo il concetto con una frase ad effetto: “Se hai un martello, tutto sembra un chiodo!”. Cioè, quando si è abituati a usare una strategia, uno strumento o una soluzione particolare sempre nello stesso modo abbiamo grande difficoltà a immaginare cose nuove o sistemi diversi di fare le stesse cose. Siamo bloccati, limitati.
Serendipità e “bisociazione”: imprevisti, casualità ed errori
La serendipità è una dote che si addice ai leader? Sembra di sì. Stando a uno studio realizzato dall’Università di Harvard (con Leaders on Purpose, società di consulenza), sembra che la gente si attenda dal leader , oltre alle caratteristiche di guida e indirizzo che gli sono proprie, che sappia affrontare anche le sfide inaspettate e, soprattutto, che sappia trarne vantaggio per l’azienda.
La serendipità: un aiuto per le aziende nei momenti difficili
Nel 1945, durante la guerra, un tecnico, Percy Lebaron Spencer, lavorava ai radar per intercettare aerei nazisti. Era vicino a un magnetron, una valvola termoionica, quando si rese conto che una barretta di cioccolato che aveva in tasca si stava sciogliendo. Questo effetto lo incuriosì anche perché faceva freddo e non vi era ragione che il cioccolato si sciogliesse. Fece allora diversi esperimenti rendendosi conto che era il campo magnetico ad alta densità del magnetron ad avere questi effetti, che potevano essere diretti anche ad altri alimenti come popcorn, uova, ecc. Era nata l’idea del primo microonde. E il merito era della serendipità.
Jurgen Appelo. Nel suo nuovo libro vince l’agility organizzativa
Perché è utile leggere il libro di Jurgen Appelo “Partire, Scalare, Fallire” edito da Franco Angeli, 30 euro. Ci sono diverse ragioni ma per me la principale è che Appelo è un tipo simpatico. Io l’avevo scoperto qualche anno fa leggendo una sua recensione molto critica nei confronti di alcuni manuali di grande successo riservati ai manager. Posizione che mi sentivo e mi sento di condividere in pieno. La riporto qui sotto.