Creatività a braccetto con il rischio

Drue Kataoka

Lo sentiamo dire da tempo ormai: i lavori meccanici, ripetitivi, noiosi presenti nelle nostre aziende saranno sempre più automatizzati, quindi verranno svolti dai robot. All’uomo saranno lasciati altri compiti più importanti che le macchine non sono in grado di fare e che si riferiscono in particolare alla capacità di innovare, e più in generale alla creatività.

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Davvero ormai prevale l’idea sofista?

Ippocrate

Protagora (Ippocrate, prologo) sosteneva (secondo noi sbagliando) che la vita è una gara e i giovani hanno il dovere di tentare di arrivare primi. E non devono farsi frenare da strane idee come ad esempio quella della giustizia. La giustizia non esiste. La giustizia è apparenza. L’importante non è essere giusti, ma apparire tali di fronte agli altri e, naturalmente, di fronte ai giudici.

Lo stesso vale per la cultura.

Basta apparire colti, recitare bene questa parte. Nessuno ha voglia di arricchirsi attraverso la cultura dell’altro, proprio perché la reputa una sovrastruttura fittizia, una maschera, un ruolo che non esprime una realtà autentica ma un modo di apparire.

Protagora

Viviamo in un’epoca dove ogni persona vive la propria individualità non cercando coerenza tra ciò che è, ciò che conosce, e ciò che fa. Quello che conta è prevalere sugli altri, aspirare al successo personale, sopra e contro gli altri.

E’ la vittoria, drammatica e ottusa, dell’individualismo.

Socrate lo dice chiaramente ad Ippocrate il quale crede che Protagora potrà dargli la sapienza: «Farà sapiente anche te se, dandogli quattrini, lo persuaderai»

Non è mica cambiato tanto da quei tempi…

Imparare a controllare le emozioni

Marlene Chism

Nel mondo del lavoro si parla sempre più di emozioni che condizionano i nostri comportamenti e le nostre decisioni. Ci sono, naturalmente, diversi tipi di emozioni. Quelle più forti rischiano di far deragliare il comportamento anche del leader più sicuro di sé. Parliamo di quando ci sentiamo in balia della rabbia, del risentimento e reagiamo di conseguenza senza valutare opportunamente gli effetti di tale reazione. O pentendosene a cose fatte e ripromettendosi di non ricaderci mai più.

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L’esperto si perde certe emozioni della vita. Meglio restare principianti?

Loran Nordgren

Una ricerca effettuata dalla Kellogg School, attraverso diversi studi sperimentali, rivela che gli esperti, i conoscitori profondi di materie, sia astratte che concrete, hanno reazioni molto più blande e superficiali, soprattutto dal lato emotivo, rispetto a coloro che si avvicinano a tali materie come neofiti.

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Al lavoro ci sono quattro modi per ascoltare “bene” chi ci parla

Ascoltare qualcuno che parla può sembrare la cosa più semplice di questo mondo. Per certi versi è anche facile fare finta di ascoltare. Basta ogni tanto accennare con la testa o dire un sì, anche appena mugolato. Qualcuno ha detto che ascoltare non significa aspettare che la persona finisca di parlare per dire la nostra, senza minimamente preoccuparsi di quello che nel frattempo l’altro ha detto.

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Amor proprio, egoismo, orgoglio

Jean-Jacques Rousseau

Secondo Rousseau «due passioni, chiamate amour de soi e amour propre delimitano il percorso della storia interiore, tanto individuale quanto collettiva, e, come le maschere di un’antica rappresentazione, si contendono il possesso dell’anima umana».

L’amore di sé corrisponde all’istinto che ci fa interessare ardentemente al nostro benessere e alla conservazione di noi stessi.

L’amor proprio richiama, invece, la dimensione sociale dell’«orgoglio», quella che «emerge quando l’io, pensandosi come uno tra molti, comincia ad affidare la consapevolezza di sé alla testimonianza delle altre coscienze»