Clean Power. Il principio di reciprocità: c’è l’energia pulita? Allora deve anche esserci il potere “pulito”

Alcuni ricercatori hanno scoperto che chi usa il potere con meccanismi machiavellici (scusa, Niccolò, se uso l’aggettivo che proviene dal tuo cognome in modo negativo), cioè manipolazioni, pettegolezzi, ecc. vengono rapidamente identificati e isolati e in breve tempo perdono il loro potere. Chi, al contrario, usa il potere in modo più attento, premuroso ed estroverso, ha molte più possibilità di conservarlo.

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Democrazia e stati autoritari: quali differenze?

Da sinistra a destra: Elon Musk, Jeff Bezos, Bill Gates, Bernard Arnault e Warren Buffett

In questi tempi di guerra, cerchiamo di tenere ben distinti i concetti di democrazia e di autoritarismo. Ma, qualche volta, alla gente comune non riesce facile capire, ad esempio, quale sia la differenza tra i tycoon (magnati) americani e gli oligarchi russi.

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Combattere il bullismo in azienda conviene a tutti

Non sappiamo se il fenomeno del bullismo nelle aziende venga studiato a sufficienza nel nostro Paese. Ne dubitiamo fortemente, anche perché ben altri sono i problemi ai quali le imprese devono far fronte in questo periodo e quelli che riguardano i rapporti con e tra i dipendenti spesso finiscono in secondo piano.

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I capi delle imprese? Sono tutti dittatori

Elizabeth Anderson

Ci fa piacere, ogni tanto, segnalare qualche voce fuori dal coro che analizzando la situazione dei rapporti tra lavoratori e datori di lavori riesca a mettere in evidenza senza timore le enormi contraddizioni che esistono ancora oggi in molte imprese.

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Anche le parolacce hanno una loro dignità. Sticazzi e Mecojoni

Filippo Domaneschi nel suo libro “Insultare gli altri” (Einaudi, 12 euro) sostiene che una lingua addomesticata offre una visione miope ed ingannevole. Di conseguenza, una lingua ruspante, che non lesini l’utilizzo di parolacce o del turpiloquio in genere, può essere un modo per sentirci tutti un po’ più liberi.

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Quale democrazia? Non si può obbedire al mondo e pretendere di trasformarlo!

Frédéric Beigbeder

Vogliamo citare un brano da un libro di Frédéric Beigbeder, intitolato “Lire 26.900”, edito da Feltrinelli, che sembra calzare perfettamente a certe atmosfere che si sono vissute ultimamente nel nostro (e anche in altri) Paesi e che riguardano il senso della democrazia.

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Perché non riusciamo a rispondere a tono, quando sarebbe utile?

Abbiamo trovato una bella espressione in francese che significa spirito della scala, “esprit de l’escalier”.

Si usa quando qualcuno fa una battuta o una provocazione nei nostri confronti e noi non riusciamo a rispondergli per le rime. O meglio, la risposta adeguata, e che magari lo metterebbe a tacere, ci arriva, beffardamente, solo dopo un po’ di tempo, appunto quando siamo già sulle scale ed è ormai troppo tardi per farlo.

In questi casi proviamo una sensazione spiacevole, come un’occasione perduta, insieme all’idea di aver fatto una figura non troppo brillante. Vi è capitato?