Dopo il nostro precedente articolo, continuiamo a parlare di quanto possa essere importante introdurre in azienda la giusta dose di humour nell’attività quotidiana.
Month: settembre 2016
Essere riconosciuti nel proprio lavoro
Vi racconto un episodio autentico che mi ha confessato un amico. La persona in questione lavorava come funzionario in una banca da poco tempo. Era soddisfatto ed entusiasta ma non aveva mai potuto avere la conferma da parte dei suoi superiori che stesse facendo un buon lavoro.
Ridere in azienda è una cosa seria
Andrew Tarvin fa l’ingegnere. Ma da tempo si occupa di umorismo nell’ambito del lavoro. Perché è convinto che lavorare in un clima disteso e disponibile al sorriso possa contribuire a rendere il lavoro che ognuno deve svolgere più produttivo ed efficiente. E non è un’affermazione campata in aria. Ha le prove di quel che sostiene, supportate da numerosi esperimenti e casi concreti. Tarvin ha sintetizzato i vantaggi di questa nuova filosofia del lavoro in 20 passaggi.
Sono un leader: mi sento privilegiato
Questa è un’affermazione che qualsiasi persona che occupa posizioni di rilievo nell’ambito aziendale può legittimamente esprimere. Però, ci sono due modi ben distinti di definirsi, o meglio, di sentirsi privilegiati e che individuano due tipi di leader completamente diversi l’uno dall’altro.
Quando la nostra mente vacilla. Gli scherzi che fa il cervello 2

Continuiamo la presentazione di alcuni errori di pensiero segnalati da Rolf Dobelli nel suo libro “The Art of Thinking Clearly”.
Quando la nostra mente vacilla. Gli scherzi che fa il cervello 1
Il Papa chiese a Michelangelo: “Ma come hai fatto a realizzare la statua di David. Qual è il tuo segreto?” L’artista rispose: “Semplice. Ho eliminato tutto il marmo superfluo attorno alla sua figura.”
Hai la bocca grande? Potresti essere un ottimo leader
Premettiamo che certi studi ci lasciano alquanto perplessi. Però, soprattutto negli Stati Uniti, le ricerche sulle caratteristiche fisiognomiche delle persone procedono e hanno raggiunto livelli molto sofisticati. Con buona pace del nostro Cesare Lombroso che si era soprattutto occupato di antropologia criminale, attraverso una classificazione basata su anomalie fisiche e psicosomatiche (talora al limite del razzismo) dei delinquenti.
L’alfabeto dei leader. Dall’A alla Z per tornare ai “fondamentali”
Presentiamo con piacere il libro di Paolo Iacci, edito recentemente da Guerini Next e intitolato “L’alfabeto del leader”. Non può non sfuggire l’intento paradossale fin dal titolo. La classe dirigente italiana mostra parecchie pecche, tra le altre, la più grave, l’incapacità di una visione a lungo termine.
Leadership senza leader. E’ possibile? L’esempio della Chamber Orpheus Orchestra
La funzione del leader è nota. Egli deve essere capace di guidare, indirizzare, potenziare le energie di un gruppo, senza mortificare le motivazioni e le aspirazioni dei singoli, al contrario integrando e massimizzando con successo le risorse che ha a disposizione per il raggiungimento degli obiettivi organizzativi o sociali.
Quando la comunicazione si fa criptica. Parole pericolose da evitare
I leader che quando parlano sono elusivi, evasivi sono più frequenti di quanto possiamo immaginare. Jo Owen, nel suo libro “Essere influenti” edito da Franco Angeli, elenca alcune paroline che sembrano innocue, ma che in realtà nascondono insidie comunicative pericolosissime. E che perciò è bene evitare.