Le persone che lavorano non sono solo risorse. Il libro di Giorgio Pivetta

Se il manager delle risorse umane deve considerare prima di tutto le persone, attirare e gestire i talenti che ognuno ha, fornire la formazione necessaria per farli crescere, condividere e sviluppare una cultura aziendale solida, deve approcciarsi a questo delicato compito considerando gli individui con i quali collabora non più come produttori e consumatori ma, appunto, come persone. Persone per le quali il lavoro deve offrire l’opportunità di costruirsi esperienze importanti e di valorizzarsi non solo dal punto di vista professionale.

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L’uomo ha una coscienza, l’Intelligenza Artificiale, no. Basterà questo a salvarci?

Federico Faggin, scienziato e pensatore, in un recente libro “Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura”, Mondadori 2022, sostiene che gli umani hanno “sensazioni, sentimenti, emozioni, pensieri, a volte esperienze spirituali e una capacità creativa a cui si aggiunge il libero arbitrio. Queste capacità il computer non le avrà mai. La coscienza non può essere digitale“.

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Al lavoro ci sono quattro modi per ascoltare “bene” chi ci parla

Ascoltare qualcuno che parla può sembrare la cosa più semplice di questo mondo. Per certi versi è anche facile fare finta di ascoltare. Basta ogni tanto accennare con la testa o dire un sì, anche appena mugolato. Qualcuno ha detto che ascoltare non significa aspettare che la persona finisca di parlare per dire la nostra, senza minimamente preoccuparsi di quello che nel frattempo l’altro ha detto.

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Marchionne: fu vera gloria?

La litote del titolo del libro di Francesco Varanini, “Marchionne non è il migliore dei manager possibili”, (Guerini Next, €18,50) è anche un modo per evitare che chi legge, di fronte alla figura di Sergio Marchionne, di per sé parecchio divisiva, possa essere portato a schierarsi pregiudizialmente in polemica o in difesa del manager, senza affrontare una analisi il più possibile obiettiva del suo operato, considerato sia il tempo trascorso dalla sua scomparsa, sia gli effetti che ancora oggi persistono in relazione a certe sue scelte.

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Cosa è più importante, felicità o successo?

Daniel Gilbert

Secondo lo psicologo Daniel Gilbert, che è professore di psicologia ad Harvard, la felicità è l’obiettivo finale di praticamente tutte le decisioni che prendiamo nella vita (Gilbert, 2010). Gilbert suggerisce che la misura di una buona decisione dipende dal fatto che tale decisione ci porti piacere, un senso di benessere, cioè felicità o soddisfazione.

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La filosofia della buona comunicazione

Se, come dicono, non si può non comunicare, purtroppo capita spesso di comunicare male, non essere compresi come vorremmo, subire, nella continua ricerca di metterci in relazione con le persone, o di provare forme di stress che non ci consentono di soddisfare i bisogni psicologici che ogni persona ha quando si relaziona con gli altri.

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I leader contano sempre meno. Viva il pluralismo!

Daniel Innerarity

E’ interessante il contributo di Daniel Innerarity che ha pubblicato il libro “Una teoria della democrazia complessa” (Castelvecchi, pagg. 384, 29 euro) che contesta ai politici il fatto di ragionare come 300 anni fa “in base agli stessi concetti di potere, sovranità, democrazia, rappresentatività” di quell’epoca, e si chiede quanto tali concetti “siano ancora appropriati per organizzare la convivenza nelle società del XXI secolo”.

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