Un interesse che resta vivo!

Al momento per ragioni personali sono sospesi gli aggiornamenti del nostro blog. Ciononostante, le visite su “CapoVerso – New Leader” restano sempre piuttosto alte.

D’altra parte, possiamo vantare un “giacimento” di oltre 900 articoli che è possibile consultare liberamente.

Per questa dimostrazione di interesse e apprezzamento, non possiamo che ringraziare tutti i nostri lettori. I più fedeli e quelli che ci leggono per la prima volta.

Grazie di cuore!

Un ecosistema aziendale collettivo e competitivo è possibile?

L’ecologia entra nelle aziende non solo come aspetto imprescindibile per le politiche di sostenibilità, ma anche perché può diventare un modello vero e proprio di intendere l’economia del prossimo futuro. Vediamo di cosa si tratta.

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Gli occhi sono la finestra della nostra mente

Gli occhi sono lo specchio dell’anima? Non è detto. Quello che alcuni scienziati hanno scoperto e stanno approfondendo con i loro studi è che gli occhi potrebbero essere una finestra della nostra mente e da come si muovono è possibile compiere scoperte molto interessanti sul modo in cui pensiamo e, soprattutto, prendiamo delle decisioni.

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Cybervetting: cos’è? E’ pericoloso ricorrervi?

Recenti sondaggi mostrano che nel nostro Paese gli utenti LinkedIn, cioè la piattaforma professionale che abilita le connessioni tra individui in ambito business e rappresenta un importante strumento di social media marketing, sono oltre 18 milioni su una popolazione attiva di circa 38 milioni. Il che significa che oltre il 47% della forza lavoro avrebbe profili LinkedIn. A ciò si aggiunga che, in Italia, secondo altri dati recenti, sono oltre 35 milioni le persone che usano Facebook, 28 milioni Instagram, 20 milioni Pinterest e 5 milioni Twitter.

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Creatività a braccetto con il rischio

Drue Kataoka

Lo sentiamo dire da tempo ormai: i lavori meccanici, ripetitivi, noiosi presenti nelle nostre aziende saranno sempre più automatizzati, quindi verranno svolti dai robot. All’uomo saranno lasciati altri compiti più importanti che le macchine non sono in grado di fare e che si riferiscono in particolare alla capacità di innovare, e più in generale alla creatività.

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Davvero ormai prevale l’idea sofista?

Ippocrate

Protagora (Ippocrate, prologo) sosteneva (secondo noi sbagliando) che la vita è una gara e i giovani hanno il dovere di tentare di arrivare primi. E non devono farsi frenare da strane idee come ad esempio quella della giustizia. La giustizia non esiste. La giustizia è apparenza. L’importante non è essere giusti, ma apparire tali di fronte agli altri e, naturalmente, di fronte ai giudici.

Lo stesso vale per la cultura.

Basta apparire colti, recitare bene questa parte. Nessuno ha voglia di arricchirsi attraverso la cultura dell’altro, proprio perché la reputa una sovrastruttura fittizia, una maschera, un ruolo che non esprime una realtà autentica ma un modo di apparire.

Protagora

Viviamo in un’epoca dove ogni persona vive la propria individualità non cercando coerenza tra ciò che è, ciò che conosce, e ciò che fa. Quello che conta è prevalere sugli altri, aspirare al successo personale, sopra e contro gli altri.

E’ la vittoria, drammatica e ottusa, dell’individualismo.

Socrate lo dice chiaramente ad Ippocrate il quale crede che Protagora potrà dargli la sapienza: «Farà sapiente anche te se, dandogli quattrini, lo persuaderai»

Non è mica cambiato tanto da quei tempi…

Imparare a controllare le emozioni

Marlene Chism

Nel mondo del lavoro si parla sempre più di emozioni che condizionano i nostri comportamenti e le nostre decisioni. Ci sono, naturalmente, diversi tipi di emozioni. Quelle più forti rischiano di far deragliare il comportamento anche del leader più sicuro di sé. Parliamo di quando ci sentiamo in balia della rabbia, del risentimento e reagiamo di conseguenza senza valutare opportunamente gli effetti di tale reazione. O pentendosene a cose fatte e ripromettendosi di non ricaderci mai più.

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L’esperto si perde certe emozioni della vita. Meglio restare principianti?

Loran Nordgren

Una ricerca effettuata dalla Kellogg School, attraverso diversi studi sperimentali, rivela che gli esperti, i conoscitori profondi di materie, sia astratte che concrete, hanno reazioni molto più blande e superficiali, soprattutto dal lato emotivo, rispetto a coloro che si avvicinano a tali materie come neofiti.

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